Alcune donne scrivono a Veltroni, Bertinotti "ora basta!"
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A: Veltroni, Bertinotti e tutti i dirigenti del centro-sinistra
PRIME FIRMATARIE: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Cristina Comencini, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Rossana Rossanda, Elisabetta Visalberghi
“Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta!”
Comincia così l’appello delle donne di sinistra, ai dirigenti del centro-sinistra. Alcune le capisco, una riflessione in tema di aborto, ma soprattutto di diritti e libertà delle donne deve essere per loro particolarmente dolorosa, perché su quelle battaglie hanno costruito la loro vita, ed è umanamente comprensibile che fatichino non tanto a dire “abbiamo sbagliato”, ma almeno, “non era tutto giusto”.
Il tempo e le condizioni culturali cambiano ed è inevitabile una riflessione, chi se ne sta arroccato sulla posizione di trent’anni fa e non vuole vedere le cose sotto la luce odierna sbaglia.
Chiamare OSCENA la moratoria sull’aborto e dire che si trattano le donne da assassine e boia è sbagliato, lo sanno, ma continuano a volerci far credere che la libertà, l’unica libertà possibile per la donna, consiste nell’essere giudice della vita altrui.
Che male c’è, nel concedere ad una donna la vera libertà di scelta?
Che male c’è nel dire a una donna che l’aborto c’è può sceglierlo, ma può anche scegliere di mettere al mondo quel figlio e di essere aiutata a crescerlo, oppure, di metterlo al mondo e permettere ad altre madri di crescerlo. Il suo sarebbe un gesto di amore e di libertà, molto più della scelta solitaria di eliminarlo.
Lo chiamano fanatismo religioso ma in realtà è laico realismo.
Dicono ancora:
“Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione. Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi - da qualunque pulpito provengano - di mettere a rischio l’autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze. Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l’obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l’accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l’insegnamento dell’educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro). Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi.”
Eliminare l’obiezione di coscienza, la RU486 per un aborto doloroso, pericoloso e solitario, siamo sicure che è questa la libertà che vogliamo, o non è invece una libertà che fa comodo a chi vuole che le donne “gestiscano” la gravidanza e la sua eliminazione, senza creare fastidi a chi con loro ha contribuito a quella gravidanza?
Mi chiedo, ma che fastidio darebbe una società che oltre all’attenzione alle donne immigrate, come richiesto nella lettera, si occupasse anche di prestare attenzione a tutte le donne perché possano scegliere una via alternativa all’aborto?
Ma siamo sicuri che l’unica educazione di cui hanno bisogno i nostri figli sia quella sessuale e non invece un’educazione che oltre a come si fanno i bambini e come si cerca di evitarli, insegni anche che un bambino è un gesto di amore e di responsabilità e che si diventa uomini e donne prendendosi la responsabilità di altri?
O questo è troppo scandaloso nella nostra società?