Cedo a San Valentino
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Diciamolo, io di San Valentino non ne volevo parlare, quando mi hanno chiesto di fare un “pezzo” per RadioFormigoni, ho cercato di sottrarmi.
Non perché appartenga al partito degli snob, di quelli che “è solo consumismo”, ma perché sono una romantica, mi piace uscire a cena in un fine settimana qualsiasi, ricevere fiori in giorni senza particolare significato, perché ogni giorno ha un significato speciale, spesso mi emozionano più i biglietti che accompagnano il regalo del regalo stesso…
Che dire, che San Valentino martire, era vescovo di Terni, morì decapitato a Roma il 14 febbraio del 273. E da allora, dopo la nomea di pacificatore dei cuore infranti che s’era conquistato per essere riuscito a riavvicinare una litigiosa coppia di giovani tenendo in mano una rosa, la Chiesa lo ricorda come “il santo dell’amore”.
Oppure, che il Valentino più famoso, non è certo il Vescovo pacificatore, ma Valentino, fidanzato di Valentina, la famosa coppia di “fidanzatini” per eccellenza, creati dalla romantica mente dell’umorista Raymond Peynet nel 1944
In un periodo storico come quello, non certo facile, Valentino e Valentina rappresentavano la forza dell’amore capace di isolare chi lo vive in un mondo fatto solo di sogni e di poesia, di fiori, rossori.
Ah l’amore… isolati dal mondo però si dura poco, giusto il tempo dei festeggiamenti, che si consumi la candela accesa in mezzo al tavolo.
Perché l’amore, quello vero, che resiste alle fatiche e alle intemperie della vita, che non avvizzisce con il tempo, ma diventa complicità, comprensione, non solo non isola dal mondo, ma apre al mondo è una missione nel mondo.
Ma stamattina quando ho acceso il computer e ho visto una mail di mio marito, che in questi giorni è all’estero per lavoro, mi sono ricreduta, iniziava così: “anche se la ricorrenza è pagana, ritorna comodo utilizzarla per dirti che ecc… ecc…
Inutile dire che mi sono commossa.
Diavolo di un uomo, ci conosciamo da 31 anni e riesce ancora a farmi commuovere, a capire il mio cuore meglio di me stessa, a dirmi cose che mi fanno sentire importante e unica, orgogliosa di essere sua moglie, la sua donna, la sua amante…
Per cui ho pensato, che sciocca, ben venga anche San Valentino, se per chi si ama è un’occasione per fermarsi e guardare alla propria storia.
Gli innamorati vivono l’oggi e a volte progettano il domani, quando l’oggi diventa difficile e il domani incerto si separano ed invece bisognerebbe di tanto in tanto fermarsi, mettersi uno di fronte all’altro e riguardare la strada fatta insieme, riscoprire la fonte della tenerezza, l’origine dell’amore.
Perché l’amore è l’esigenza più profonda di ogni cuore, ma raggiungerlo non è frutto di uno sforzo umano, l’amore ci rimanda ad un Altro.
Insomma, volersi bene è un’intuizione, ma continuare a volersi bene è un’avventura e fermarsi qualche volta a guardare con tenerezza e perché no allegria al cammino fatto serve a continuare, non per
e quelle che sembrerebbero abitudini sono invece tradizioni di una coppia che nel tempo ha imparato a capire i respiri dell’altro.