Discorso sul metodo
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Carissimi amici di CulturaCattolica,
Mi permetto di proporvi una riflessione di carattere metodologico sullo stato dei dibattiti in corso nel nostro paese. Potrà sembrare a molti, una discussione astratta o quantomeno decontestualizzata dall’attuale dialettica imperante nel nostro Paese. Eppure io la ritengo centrale. “Il metodo” è sempre l’elemento che contraddistingue. Tutti parlano di “educazione”, nessuno ovviamente si batte per l’ignoranza. Sono in moltissimi coloro che si riempiono la bocca con la definizione di “bene comune”, è raro trovare soggetti paladini del “male comune” o del “si salvi chi può”. Ogni parlamentare si appella alla buona politica, ogni medico alla salute del malato, ogni prelato alla salvezza delle anime ed ogni giornalista alla correttezza dell’informazione. Tutti, nessuno escluso. Eppure leggiamo commenti farneticanti, proposte che ci inorridiscono, riflessioni banali, invettive demagogiche e populiste. A destra, quanto a sinistra, nel mondo accademico ed in quello dei mass media, tra le giovani generazioni quanto all’interno di ambienti considerati autorevoli. Sempre più spesso si affrontano dibattiti su tematiche ritenute fondamentali per la nostra civiltà, utilizzando uno sproloquio di parole, senza entrare mai nei veri termini della questione. La notizia viene affrontata, eludendo il tema stesso della notizia, ed i commenti si concentrano sulla critica alle parole espresse da coloro che sono considerati gli avversari e talvolta addirittura i nemici. Si offrono quindi interminabili disamine su quanto espresso da altri. Il dibattito si accende, sconfinando il più delle volte in attacchi alla persona. Ci stiamo abituando a ragionare schierandoci senza sostenere la nostra idea, bensì delegittimando quella dell’altro. L’errore nasce da un assenza, quella del metodo. La comprensione della realtà non sempre può essere immediata, perché complessa, ed eterogenea, la mancanza di un percorso che ne consenta la lettura risulta quindi fatale. Non nutro facili speranze, e tendo quindi al pessimismo. La realtà va indagata a fondo, con tutti i suoi elementi contraddittori, solo in questa maniera è possibile poi ritrovarla nella sua unità, ossia nell’insieme del suo movimento. Ho lanciato questa riflessione, non certo per puntare il dito contro alcuno, bensì per rivolgere la richiesta di un surplus di approfondimento. CulturaCattolica, è un soggetto che da anni opera in siffatta maniera. Può svolgere una funzione maieutica ed un principio socratico, oggi davvero irrinunciabile. Tutto noi dovremmo imparare talvolta, io in prima battuta, a scrivere un po’ meno e a rileggerci testi e riflessioni di coloro che prima di noi sono riusciti a lasciare un segno. Dobbiamo imparare a costruire. Costruire come verbo che incarna la capacità di amare.