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Che cosa è l’università? Qual è il suo compito? Attendiamo la risposta dei "saggi"

Fonte:
CulturaCattolica.it
Domenica tutti in Piazza San Pietro a dire che non ci sono solo gli intolleranti, che non ci sono i maestri laicisti, e chi non può andare in Piazza San Pietro, ascolti l’Angelus alla TV, dovrebbero trasmetterlo nelle piazze e sui sagrati delle Chiese, in nome della libertà di parola

Il Papa alla Sapienza non è gradito.
Perché? Perché per alcuni l’università è il tempio del sapere e il professor Ratzinger non ne sa abbastanza.

Erano in pochi i firmatari della lettera, 67, erano in pochi anche gli studenti che hanno occupato l’università, 150 più o meno, ma hanno ottenuto il loro risultato.
Hanno avuto l’inaugurazione blindata dell’anno accademico, polizia a vigilare che non accadesse nulla, e qualche giornale comunista, naturalmente, se l’è presa con la polizia.
Gruppi di studenti hanno manifestato contro la “militarizzazione” dell’università, prima manifestano la loro intolleranza e la loro incapacità di dialogo e di confronto, poi manifestano contro quelli che vigilano sulle loro intemperanze.

Non ci siamo, quei ragazzi non contestano quanto dice il Papa, ma la figura autorevole, e sono guidati in questo da insegnanti che si sentono depositari dell’unico sapere.

Benedetto Croce scriveva «perché non possiamo non dirci cristiani», e Voltaire difendeva il pensiero di coloro che non la pensavano come lui e la e la libertà di comunicarlo
Invece in Università abbiamo visto trionfare il laicismo intollerante, altro che dialogo, abbiamo assistito ad una laicità malata di nichilismo e di anticlericalismo, fino alla censura.

Mi chiedo ma chi è così intollerante, avrà letto quanto dice il Papa?
Temo di no, temo si siano accontentati di qualche ricerca iveloce in internet, veloce e malfatta, perché non hanno a cuore il VERO.
Loro non conoscono il Papa teologo e filosofo non lo leggono, sono troppo saccenti e superbi per confrontarsi con le sue parole.

E allora, come possono essere credibili quando parlano di dialogo, se poi il loro atteggiamento è questo?

Sembra il teatro dell’assurdo.
Il Papa non può parlare, ma Giovanna Melandri, Ministro delle politiche giovanili e dello sport, fa il bilancio della Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale - istituita il 15 dicembre del 2006 - e cosa dice il bilancio? Che tutto va bene.
Compongono la Consulta giovanile 15 ragazzi (tra i venti e i trent'anni di età), scelti per le esperienze culturali e sociali vissute. Il gruppo racchiude infatti giovani appartenenti a religioni diverse presenti nel nostro paese (Chiesa cattolica, Tavola valdese, Chiesa Battista, Chiesa Metodista, Chiesa Avventista del settimo giorno, Comunità ebraiche, Islam, Soka Gakkai, Chiesa cristiana Ortodossa). Le iniziative della Consulta spaziano dall'organizzazione di seminari di studio e di manifestazioni alla redazione di documenti, dalla realizzazione di progetti per il Governo, alla facilitazione di scambi internazionali bilaterali e multilaterali con paesi stranieri

Ma la consulta non ha detto nulla in merito a questo mancato dialogo all’Università La Sapienza, e allora quale dialogo promuovono? Quale confronto facilitano?

Povera Università e poveri noi.

Che cosa è l’università? Qual è il suo compito? Si chiede il Papa e risponde.

“E’ una domanda gigantesca alla quale, ancora una volta, posso cercare di rispondere soltanto in stile quasi telegrafico con qualche osservazione. Penso si possa dire che la vera, intima origine dell’università stia nella brama di conoscenza che è propria dell’uomo. Egli vuol sapere che cosa sia tutto ciò che lo circonda. Vuole verità. In questo senso si può vedere l’interrogarsi di Socrate come l’impulso dal quale è nata l’università occidentale.”

Che cos’è l’Università e qual è il suo compito? Attendiamo che anche il 67 “sapienti” ci risponsano.

Nel frattempo, domenica tutti in Piazza San Pietro a dire che non ci sono solo gli intolleranti, che non ci sono i maestri laicisti, e chi non può andare in Piazza San Pietro, ascolti l’Angelus alla TV, dovrebbero trasmetterlo nelle piazze e sui sagrati delle Chiese, in nome della libertà di parola.

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