“Rivedere è segno di civiltà”
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Pubblichiamo volentieri questa intervista di Mons. L. Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro, sull'argomento che in questi giorni scuote la coscienza di milioni di italiani sulla questione della difesa della vita
RIMINI - A testimonianza del fatto che la questione aborto è ancora un nervo scoperto, arriva anche l’adesione del vescovo di San Marino-Montefeltro monsignor Negri alla richiesta di moratoria avanzata da Giuliano Ferrara: “Che una legge dopo 30 anni possa essere sottoposta ad una revisione, anche minimale, è cosa logica; è indispensabile - sottolinea ancora il vescovo Negri - una revisione delle linee guida che riducano le eventualità, ormai largamente prevalenti, che la legge sia usata solo per procurare aborto e non in difesa del diritto alla vita e alla maternità. Anche soltanto una informazione di tutte le altre possibilità che ci sono accanto e a oltre all’aborto, cosa che non viene normalmente praticata nei nostri ospedali”.
Una questione, secondo monsignor Negri, non di fede, ma anche solo di Ragione: “Della ragione che c’è di penetrare nel senso della realtà tenendo presenti tutti gli aspetti: nel caso specifico la vita nella sua misteriosa e gratuita origine, nel diritto fondamentale della donna e dell’uomo alla paternità e alla maternità. Se la nostra società è in crisi, è in crisi prima e di più che per difetto di fede, per difetto di ragione; e in questo senso una iniziativa come quella della moratoria proposta da Giuliano Ferrara costituisce una base molto importante per avviare quel dialogo fra laici non laicisti e cristiani non clericali, in cui sembra esserci una grande possibilità di novità per la vita sociale del presente e del futuro”. E al contrario è il perdurare di certe posizioni ad essere sinonimo di “arretratezza nella cultura laicista” e di una classe politica “che, ormai, evidentemente, tira a campare ed è più preoccupata della sopravvivenza nei suoi ruoli istituzionali che non nell’affrontare concretamente i problemi reali del Paese”. Tanto che Negri si dichiara compiaciuto per “l’adesione di alcuni esponenti radicali e addirittura di esponenti del Pd all’iniziativa di Ferrara: “ebbene mi sono realmente compiaciuto perché quanto meno affermano che le ricerche scientifiche sulla vita, dal punto di vista medico, sono andate progredendo al punto che oggi è, sostanzialmente, insostenibile dal punto di vista scientifico, che le 23 settimane costituiscano un argine oggettivo dal punto di vista biologico. Un paese civile - sottolinea il vescovo - dopo 30 anni può e deve aver la possibilità di ridiscutere questa legge per adeguarla sempre di più ai bisogni reali del popolo; rifiutare questo è chiudersi un una situazione di miopia di potere che, come è stato accennato da qualche organo di stampa, può portare alla rovina di questa classe dirigente, di questa classe politica”.