Condividi:

Aborto: la legge è applicatissima, lo dice Livia Turco

Fonte:
CulturaCattolica.it
"(La legge) è applicatissima, sfido chiunque a smentirmi", ha detto il ministro in un'intervista pubblicata il 3 gennaio 2008 dal quotidiano La Stampa.

Il Ministro per la salute Livia Turco snocciola i dati dell'ultima relazione presentata al Parlamento sull'applicazione della 194 "gli aborti registrano un decremento del 44,6% rispetto al picco del 1982. Da 234.801 casi siamo scesi a 130.033 nel 2006. Se poi isoliamo il dato delle donne italiane, il decremento è stato del 60%".

130.033 bambini non nati le sembrano pochi, perchè il dato confrontato con quello più alto del 1982, ma equivalgono allo sterminio di sei volte il numero degli abitanti del paese in cui vivo.
A me. sembrerebbero troppi anche dieci bambini non nati, ma io non faccio il ministro e in ogni caso, i dati snocciolati non sono la conferma che la legge "è applicatissima", ma solo che nel 2006 sono stati abortiti meno bambini che nel 1982.

Togliamoci le fette di mortadella dagli occhi, che la legge non è applicata per intero è risaputo, ma non come qualcuno ha scritto, perché gli obiettori si rifiutano di praticare aborti, ma perché viene disattesa in tutte quelle parti che dovrebbero aiutare a superare i motivi che spingono la donna ad abortire.
Quella parte della legge, che poteva fare del nostro paese, in cui è permesso l'aborto, un paese dove si cerca anche di scongiurarlo.

Dopo trentanni dall'entrata in vigore della legge, guardare indietro e riconoscere gli errori, sarebbe segno di civiltà.
Ammettere che non si è mai intervenuti con una educazione vera, e seria delle nuove generazioni al rispetto della vita, al rispetto del proprio corpo e di quello della persona amata, potrebbe essere un piccolo passo.
Riconoscere ad esempio il fallimento di un certo tipo di educazione sessuale praticata nelle scuole, dove non si è voluto educare la persona alla scoperta dell'affettività, ma solo della genitalità, puntando tutto e spesso solo, ad un puro tecnicismo.

Siamo sinceri fino in fondo, rinunciare al figlio che si ha in grembo, senza sentirsi nemmeno proporre un'alternativa a quella scelta è spesso consuetudine.
La legge, consente alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza nei primi 90 giorni di gestazione. Tra il quarto e quinto mese di gravidanza l'aborto è possibile soltanto per motivi di natura terapeutica.

Terapeutica è risaputo è un eufemismo, per dire che se il tuo bambino non sarà sano, lo puoi eliminare anche dopo i 90 giorni di gestazione. Eugenetica si sarebbe detto una volta.
E sia chiaro che nessuno effettua controlli per sapere se quegli aborti oltre termine sono stati eseguiti per eliminare un feto imperfetto (e già questo, dovrebbe farci sentire a disagio) o per eliminare un feto oltre il termine concesso dalla legge.

Il Ministro risponde al direttore de Il Foglio, che ha accusato la legge di "deriva eugenetica", "Gli aborti effettuati oltre i 90 giorni dal concepimento sono il 2,6%. Quelli dopo 20 settimane, lo 0,7. In cifra assoluta, 892 casi. Dove sarebbe la deriva eugenetica? Me lo dicano".

Caro Ministro, non vuol chiamarla "deriva", la chiami come vuole, ma 892 esecuzioni l'anno a me sembrano un delirio, 40 prime elementari azzerate, dice niente?

Vai a "Ultime news"