Aborto: c'è chi dice "la legge non si tocca"
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Dopo la moratoria sull’aborto, proposta dal direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, il dibattito si è riacceso e non sempre come si sarebbe auspicato.
A leggere i giornali sembra sia in atto uno scontro tra chi difende la legge sull’aborto e chi la vuole abolire, “si riapre l’offensiva sull’aborto” “la Chiesa all’attacco”.
La realtà è molto diversa, ma a troppi fa comodo creare confusione, impedire che si discuta con toni pacati e leali, così come il tema richiederebbe, il cardinale Ruini ha detto parole di buonsenso, ma troppi sembrano avere un “orecchio ideologico” che ascolta ma non sente.
Camillo Ruini, vicario del Papa ha detto: «Si può sperare che da questa moratoria venga anche uno stimolo per l’Italia, quantomeno per applicare integralmente la legge sull’aborto che dice di essere legge che intende difendere la vita, quindi applicarla in quelle parti che davvero possono essere di difesa della vita e forse, a 30 anni ormai dalla legge aggiornarla al progresso scientifico che ad esempio ha fatto fare grandi passi avanti alla sopravvivenza dei bambini prematuri».
E’ sbagliato?
Chiedere che si trovi il modo perché non si debbano più verificare i casi atroci in cui un “aborto” nasce, respira piange, lotta per vivere, affermando così il suo “essere uomo” contro la miopia di chi vede in lui solo il prodotto di un aborto?
Sia chiaro, per una persona di buon senso, l’abortito è sempre un uomo a cui non si da la possibilità di venire al mondo, ma c’è una legge fatta dagli uomini che permette questo e chiedere che “venga corretta, o rivista” non è certo un atto contro le donne, ma un gesto di buonsenso, di “limitazione dell’orrore” che pure permane.
Il tema, dopo trentanni richiede una riflessione non ideologica e gridare "La legge non si tocca" come ha fatto Livia Turco, a me pare proprio una barricata priva di buonsenso.