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"Una bambina contro Stalin." L'italiana che lottò per la verità su suo padre

Fonte:
CMC Milano
Un libro per le scuole e i giovani non ancora ammaliati dalle teorie sulla storia.

Moltissime persone hanno ascoltato il 28 novembre le testimonianze di stima e le riflessioni cui obbliga il nuovo libro di Gabriele Nissim “Una bambina contro Stalin”della Mondadori.

Con l’Autore era presente la protagonista della storia, Luciana De Marchi, figlia di Gino che scompare inghiottito dal regime comunista nel 1937, accusato di spionaggio e portato alla pena capitale, fucilato a Butovo, vicino a Mosca. A denunciarlo erano stati anche alcuni comunisti italiani. La figlia lo aspetterà per anni difendendo la sua memoria fino al ’56 quando, dopo decenni di menzogne, le viene comunicata la morte.

Al CMC, attorno a questa storia di umanità e lotta per la verità, si sono stretti importanti e vivaci protagonisti della vita culturale e pubblica: Fedele Confalonieri, Giorgio Galli, Adriano Dell’Asta, Andrè Ruth Shammah.

Confalonieri ha vivacemente ammirato la vocazione di Nissim di comunicare la memoria nel presente e sottolineato il valore delle storie degli uomini che hanno resistito alla negazione della persona operata dal Potere proprio perchè nazismo e comunismo hanno la stessa faccia e radice di male e disumanità.

Nissim, che insieme a Luciana è stato ricevuto in forma cordiale ma molto discreta, dal Presidente Napolitano, ha rimarcato la difficoltà quasi insuperabile nel nostro Paese, soprattutto dalla intellighentia e dai giornali, di riconoscere storicamente e culturalmente e perfino di cogliere questa radice di odio alla persona e alla sua verità tipica di quel regime. Ecco allora lo splendore della bontà senza calcolo, “insensata”, del potere dei senza potere, riecheggiando il celebre libro di Havel di cui Nissim è stato amico, libro pubblicato negli anni ’80 da Russia Cristiana.

Galli ha voluto ricordare il fenomeno del consenso sotto Stalin ed anche la sua riedizione putiniana. Tesi analitica in difficile confronto con la testimonianza di Luciana de Marchi, fatta a nome dei “tanti” che con lei leggevano il Samizdat, testimonianze e notizie. Galli ha pure ricordato come anche la visita di Fassinoe gli accenni ai Gulag sovietici, siano destinati a rimanere tali perché nella sinistra italiana non vi è la volontà di andare oltre.

Dell’Asta, storico e filosofo, direttore di Russia Cristiana, che da decenni è vicino alla situazione del popolo russo ha voluto cercare il motivo profondo dell’ideologia e il suo inizio, colpito dal racconto vivente, di un testimone, rappresentato dal libro e dall’incontro. L’inedita natura dell’ideologia comunista proprio nella matrice Leninista e poi Staliniana ha lasciato un profonda traccia all’incontro. Dell’Asta ha sottolineato come ancora in molti ritengano che il totalitarismo sia un regime repressivo e di come guardino alle forme politiche (partito unico, il controllo dei mezzi di comunicazione, il controllo dell’economia…) senza accorgersi che il totalitarismo non sia solo questo. Il totalitarismo non è stato solo una forma di dominio e di potere sulla realtà esercitata in nome di una particolare ideologia, ma la pretesa di trasformare ed eliminare la realtà in nome di un’idea che doveva sostituire la realtà. In una lettera del maggio 1922 Lenin introduce addirittura la categoria del “nemico oggettivo”.

Definire bontà insensata –che in realtà è un paradosso- la via solitaria o apparentemente senza forza della verità non può però oscurare il fatto che sia la condizione cui costringe il Potere o il suo angolo di lettura della vita ‘diversa’; ma questa via non è malinconica perché afferma il legame dell’io con la vita, con la Verità. E’ riecheggiato dunque il fatto cristiano come l’ingresso nel mondo della grandiosa e indistruttibile relazione tra l’uomo e la Verità. Questa relazione genera una capacità anche nel più piccolo e smarrito essere, contro tutti i tentativi mortali di renderlo prigioniero di un’idea e di un sistema, capacità propria della compagnia di uomini liberi, uomini che costruiscono un’indistruttibile forza di pace.

Un libro da leggere, un libro su cui scrivere più articoli, e su cui scrivere con più coraggio, almeno per chi non ha problemi di conti con la storia perché non ha mai escluso per sempre il suo male. Un libro per le scuole e i giovani non ancora ammaliati dalle teorie sulla storia. In sintonia con i Grossman, i Solgenitzin. Questo ci ha chiesto Nissim, questo vogliamo dirvi con questo comunicato.

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