Matching 2007: al lavoro per il bene comune
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1625 aziende si incontrano anche quest’anno alla fiera di Rho-Pero per il Matching 2007. Matching è il grande evento per il business, organizzato dalla Compagnia delle Opere per dare una concreta opportunità di sviluppo alla piccola e media impresa.
Matching crea relazioni operative fra le imprese (Enti pubblici, grandi aziende italiane e internazionali) e chi opera nel non profit, offrendo alle aziende che partecipano all’evento l’opportunità di “fare rete”, presentare il proprio business, incontrare direttamente le opportunità del mercato.
Mentre la politica litiga, fa sgambetti, cerca in tutti i modi di non perdere terreno, mentre la gente perde fiducia, smette di credere nella politica, nella scuola, nella meritocrazia, c’è un posto dove nonostante tutto si respira voglia di tenere duro.
Ieri, un imprenditore con orgoglio mi raccontava: “Vesto la casa, dal bagno alla cucina, tessile, tutto il tessile, signora mia” e lo diceva con lo stesso orgoglio paterno di cui si parla del figlio brillantemente prossimo alla laurea, “Ieri ero in Russia, bisogna guardarsi in giro, perché qui ci strozzano”, non ne faceva una questione di destra o sinistra, chi lavora sa che contano i fatti.
E arrivati a questo punto, la politica deve “fare i fatti”, deve avere il coraggio di scontentare qualcuno, deve trovare un altro modo di guadagnare consenso, perché la politica assistenzialista ci ha portati sull’orlo del baratro, ci ha resi schiavi, la famosa intrapresa italica, non ce la fa se è tenuta legata al palo dalla burocrazia; la fantasia, il genio, la voglia di fare non sono ancora morte. Girando per gli stands del Matching lo percepisci, ma capisci anche che questa gente è spesso lasciata sola.
Durante il question time di ieri, un’imprenditrice chiedeva alla politica, lì rappresentata dall’on. Bersani Ministro dello sviluppo economico e dal Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, di cambiare la cultura, di non guardare agli imprenditori come a dei nemici, a degli evasori, certo ci sono anche quelli, ma l’imprenditoria, le piccole e medie imprese, sono l’ingranaggio che fa girare questo nostro paese.
Chi non vede il coraggio di fare impresa, L’onore di fare impresa (titolo del libro scritto da Raffaello Vignali presidente della CDO), non ama questo nostro paese.
La politica, tutta la politica, deve uscire dal Palazzo e guardare alla quotidianità, trovando soluzioni non solo immediate, ma anche con lo sguardo teso al futuro, ai problemi che verranno, perché gli italiani sono stanchi di soluzioni tese a far fronte alle “emergenze”
Quanti bidelli servono per tenere in ordine una scuola?
Quanti spazzini, pardon operatori ecologici, servono per tenere pulita una città?
Perché nelle scuole private ci sono meno bidelli che in quelle statali?
Perché a Napoli ci sono più spazzini che a Milano?
Quanto tempo assorbe la burocrazia ad un imprenditore che vuole aprire o ampliare un’azienda?
Quali difficoltà incontra un giovane professionista che vuole mettersi in proprio?
Quali saranno i mercati del futuro?
Di che professionalità avrà bisogno il nostro paese?
Le Università sono pronte: oppure ci troveremo un esubero di laureati in scienze delle comunicazioni, quando il paese cerca invece altre professionalità?
Il nostro è un paese dove non nascono bambini: cosa fa la politica per incentivare la famiglia?
Abbiamo bisogno di immigrati, ma quanti, quali, cosa può offrire loro il nostro paese?
La nuova tecnologia: a che punto è l’Italia?
Se i politici facessero un salto tra gli stands, partecipassero a qualche workshop, dove si parla di: “Appunti di logistica in sanità” - "Made in" e Proprietà Intellettuale” – “Come pianificare un progetto di ingresso nel mercato russo” – “Messico: una destinazione sicura per gli investimenti internazionali” – “La business community come nuovo modello di go to market” – e tanto altro. Se per una volta facessero due chiacchiere con gli imprenditori, capirebbero tante cose, sentirebbero voci che stando dentro al palazzo non sentono più, capirebbero come l’ideologia umilia la politica, facendo perdere di vista il bene comune.