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I cattolici e i media nella prospettiva delle battaglie culturali di Benedetto XVI

Fonte:
Il Foglio, 25.10.2007
Riportiamo parte di un interessante articolo de "Il Foglio" del 25 ottobre 2007 in cui si parla del nostro sito (in allegato il testo integrale)

«Forse ancor più nel mondo dell’informazione e dell’editoria che in quello dell’accademia, il paradigma del rapporto tra cattolici e laici sta cambiando profondamente […]. Identità e combattività, per citare Ratzinger, sono le nuove parole d’ordine. Qualche settimana fa, una piccola polemica passata quasi inosservata ne ha offerto una preziosa chiave di lettura. Il settimanale Famiglia cristiana aveva commissionato un’indagine sulla presenza cattolica nel web, affidandosi alle competenze di Francesco Diani, compilatore da una decina d’anni di una lista di siti cattolici. Secondo Diani, la presenza dei cattolici nella rete sarebbe non solo scarsa, ma pure di “basso profilo nei contenuti e nei temi affrontati”. In poche parole una presenza liquidabile come “devozionalismo sentimentale”, infarcito di “preghiere intercessorie che rasentano la magia e la superstizione” e dall’assillo di una “cattolicità integralista”.
Diani s’è beccato però una risposta per le rime da parte di CulturaCattolica.it, uno dei molti e dinamici siti indipendenti che fanno invece della battaglia culturale senza complessi d’inferiorità la propria ragione d’essere. Gabriele Mangiarotti, il sacerdote che dal 2001 anima CulturaCattolica.it non ci sta proprio ad avallare un’immagine “integralista” e beghina: “Il nostro punto di partenza è stato proprio una frase di Giovanni Paolo II: ‘Una fede che non diventi cultura, sarebbe una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta’. Sul nostro sito, ma ce ne sono un bel numero di altri, per non parlare dei blogger, viene affrontato qualsiasi argomento che pertenga all’uomo, alla sua verità. Ma non certo dal ‘punto di vista confessionale’, o solo per parlare ai cattolici.
Ma per parlare a tutti gli uomini, facendo appello alla ragione. A questo sito collaborano anche laici, ci hanno scritto in tremila per discutere di welfare, e, nella battaglia sulla legge 40, totalizzammo 360 mila pagine lette. Il perché è semplice: il nostro è un sito libero, pronto a dialogare con tutti, ma senza perdere di vista l’essenziale, ovvero la ragion d’essere stessa di una testimonianza cristiana. Il problema non è di stare su Internet, o di scrivere per i media tradizionali, ma è quello di avere qualcosa da dire all’uomo di oggi”. Quello di don Mangiarotti è solo uno dei tanti mezzi d’informazione che hanno accettato la sfida di un paradigma culturale profondamente cambiato.»

Articolo de "Il Foglio"
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