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Meeting. I giovani che mascalzoni?

Fonte:
CulturaCattolica.it

“Quello che mi colpisce sono i giovani, quanti giovani, ti mettono di buonumore”
mi ha detto un’amica per la prima volta al Meeting.

Ha ragione, al Meeting di Rimini, se stanco di camminare tra stand e librerie, ti prendi una pausa e ti siedi a uno dei tavoli al bar delle piscine, e guardi la gente che passa, senti rinascere una speranza.
Perché non ci sono solo i bulli che allagano le scuole, che molestano gli insegnanti, non ci sono solo ragazzi senza più interesse per il domani, i ragazzi che le cronache raccontano con dovizia di particolari, che i sociologi analizzano cercando di spiegare il perché del disimpegno politico, dell’apatia.

Vedi la gioventù allegra, che fa la fila per gli incontri, che ascolta poesie, che ascolta gli autori parlare dei loro libri, ma soprattutto del loro lavoro, giovani seduti ai tavolini della piazzetta della Sussidiarietà attenti ad ascoltare imprenditori che raccontano la loro esperienza, perché si impara dalla testimonianza di altri che hanno fatto, ragazzi con l’aspirapolvere che si prendono cura degli stand, che fanno il giro dell’enorme spazio fieristico ad annaffiare le piante, perché è dai particolari che si coglie la bellezza del tutto.

Ragazzi che hanno la faccia dei nostri figli, dei nostri alunni, dei figli del vicino di casa.

Ma che sanno guardare e ascoltare, ragazzi che recitano Dante, come quelli dell’associazione CENTOCANTI, ragazzi normali, perché c’è una normalità che non ci raccontano, quasi volessero farci cadere nello sconforto, ed invece qui li guardi questi adulti di domani e capisci che sono loro la nostra speranza e che insegnare senza passione è un delitto, capisci che lavorare senza entusiasmo, senza amare quello che fai è un modo disumano di vivere, capisci che meritano di più di quanto una società di politicanti e di maneggioni può offrire loro.
Perché loro hanno ancora l’entusiasmo, la curiosità, la voglia di viver, di credere, di fare che non abbiamo il diritto di umiliare vivendo da adulti senza speranza.

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