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Aprire gli occhi - Ancora su Magdi Allam

Autore:
emme.bi
Fonte:
CulturaCattolica.it
I fatti recenti danno ragione a quanto affermato da Magdi Allam, a cui va ancora la nostra stima e solidarietà

IL FATTO

Nel suo ultimo libro, “Viva Israele”, Magdi Allam, partendo dalla propria esperienza personale, descrive come, a partire dall’odio e dalla criminalizzazione dell’altro, diverso da sé per cultura, tradizioni e religione, si sia arrivati all’affermazione dell’ideologia della morte, caratteristica del terrorismo islamico.
Purtroppo accanto ai registi di tale strategia si schierano, più o meno consapevolmente, personaggi appartenenti a diversi ambiti culturali, sociali e politici.
Questo atteggiamento, tipico del clima di relativismo culturale e di inconsistenza identitaria che affligge anche il nostro Paese, ha prodotto in questi giorni un attacco tanto subdolo, quanto pericoloso, alla figura del noto giornalista che evidentemente ha colpito nel segno puntando il dito anche contro quei docenti universitari che simpatizzano con l’Ucoii, i Fratelli Musulmani e la loro ideologia di morte.

IL COMMENTO

Un libro: Viva Israele, nato dall’esperienza e dalla lucidità di giudizio di chi, in virtù degli insegnamenti tratti dalla sua straordinaria esistenza, ha capito e testimonia che solo rispettando, amando e valorizzando la libertà e la vita di tutti si può realizzare appieno la propria umanità e contribuire alla crescita reciproca.

Un uomo: Magdi Allam, che ha fatto di questa testimonianza la propria missione di vita, pagando il prezzo altissimo della rinuncia ad una esistenza normale e alla libertà personale, costretto com’è a vivere sotto scorta, come unica possibilità per poter continuare nell’opera di affermazione della verità e di indicazione della pericolosa strada senza ritorno verso la quale sembra incamminata questa nostra Nazione, sempre più indifferente verso la propria identità e i valori su cui si fonda.

Un oscuro professore d’Università: egli è stato toccato nel vivo della contraddizione in cui si dibatte chi, da una parte si dichiara cristiano ed opera in un ateneo che si identifica come cattolico e dall’altra continua ad anteporre gli idoli dell’affermazione personale e perché no? dell’allettante lusinga di interessanti vantaggi economici alla difesa dei valori in cui la tradizione cristiana, custodita dalla Chiesa, per secoli ci ha permesso di crescere.

Una piccola schiera di uomini: considerati colti, forse influenti, politicamente corretti ed umanamente invisibili che istericamente o superficialmente si allinea in ordine dietro la bandiera (preferibilmente rossa) sventolata per identificare come nemico chi sa risvegliare le menti un po’ annebbiate di tanti che non sono più abituati a pensare, formulare giudizi, vedere quello che cercano di nasconderci.

  • E poi noi: colpiti, provocati, irritati dallo spettacolo che ancora una volta si propone ai nostri occhi.
  • L’affermazione della verità - considerata “partigianeria”.
  • La logica connessione dei fatti - messa in discussione in nome di una presunta “capacità di senso critico”.
  • La denuncia del male - vista come “antidemocratica in una società plurale”.
  • L’ambiguità del relativismo - ora ritenuta “libertà di ricerca”.
  • L’omologazione nichilista - resa “presenza di voci più equilibrate e meno partigiane”.


Di fronte a tutto questo noi preferiremo starcene in disparte nel nostro angolino sperando incoscientemente di essere lasciati “in pace” o sapremo finalmente rialzare la testa, scegliere per la verità, la vita, la libertà, anche a prezzo di qualche piccolo sacrificio personale?
Il nostro augurio è che questa domanda non ci permetta più di stare tranquilli.

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