Arrendetevi siete circondati
- Autore:
- Fonte:
”Arrendetevi siete circondati” scrivono su Liberazione e scopriamo che ”I DICO non ci bastano più”, così sostengono i gay, lesbiche e transessuali che hanno sfilato a Roma, infischiandosene di tutto e di tutti e arrogandosi il diritto di rappresentare tutte le famiglie Italiane.
Lo sapevamo che dietro a quelle richieste di diritti civili, di fatto, c’è la pretesa di essere equiparati alla famiglia naturale, la pretesa di poter adottare dei bambini.
Solo degli ingenui possono credere, che chi si batte per i Dico voglia difendere i diritti civili delle due pensionate di Voghera che vivendo insieme gli ultimi anni della loro vita, alla morte dell’una o dell’altra vogliono subentrare nel contratto d’affitto.
Scrive Liberazione: ”Da oggi, da subito, si deve voltare pagina. Prodi deve decidere se sta con la piazza del Family day che chiede di discriminare, che alimenta l’odio e le divisioni sociali o con questa piazza che parla di civiltà, laicità, del rispetto di tutte le diversità. Parla del Paese che vorremmo.”
A dire il vero chi discrimina non sono certo quelli che erano a Piazza San Giovanni con i passeggini e i biberon, quella era gente che al massimo ha innalzato un cartello contro la Bindi, gente che non aveva bisogno di mimare amplessi per dire ”io esisto”.
Quelli del family day dicevano ”noi esistiamo” semplicemente perché la politica si è dimenticata di loro, perché avere figli vuol dire essere punito, perché la regione Toscana fa una card per permettere ai transessuali un aggiornamento professionale, ma non per le mamme che vogliono rientrare al lavoro o per le mamme che vogliono accudire i loro figli e non tornare a lavorare.
Continua Liberazione ”Non i Dico. Non più. Dopo ieri possono pure essere archiviati: sono anticostituzionali, perché sanciscono che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. I tanti e tante che hanno sfilato ieri chiedono di avere gli stessi diritti di cui godono gli eterosessuali: matrimonio, omogenitorialità, una legge contro le discriminazioni. Vogliono tutto e non sono più disposti a mediare. Da oggi il governo, il Parlamento e tutte le istituzioni devono fare anche un’altra cosa: rispondere al clima omofobo che viene alimentato ad hoc nel Paese. Devono dire che se un gay, una lesbica o un trans vengono picchiati o vengono licenziati per il loro orientamento sessuale, è un problema di tutti, anche loro, anche nostro e che non deve più accadere. Non deve più accadere che il Papa o chi per lui li insulti, legittimando l’odio, istigandolo.”.
Chiariamo le cose, nessuno deve essere picchiato o insultato per il suo orientamento sessuale, né per altro motivo, nessuno deve essere discriminato sul lavoro né gli omosessuali, né le donne che fanno figli, né chi dichiara la sua appartenenza religiosa.
I diritti civili devono essere garantiti a tutti i cittadini, indipendentemente da quale siano i loro orientamenti sessuali.
Ma avere un figlio NON è un diritto.
Sposarsi una persona dello stesso sesso NON fa parte dei diritti civili garantiti dalla costituzione Italiana.
Non può essere il gusto sessuale a definire una persona.
Non può essere l’orientamento sessuale a orientare il Legislatore.