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Ripetute minacce al presidente della CEI: corresponsabilità, e miope politica dei cattolici al governo

Autore:
Salina, Giorgio
Fonte:
CulturaCattolica.it
Scontro epocale tra cultura per l’uomo e cultura del nulla

Sua Eccellenza Monsignor Luigi Negri, Vescovo di San Marino - Montefeltro, sabato 28 aprile, in un interessantissimo incontro cui ha partecipato assieme alla costituzionalista Marta Cartabia, ha sottolineato che di fronte ai ripetuti attacchi alla Chiesa, i cristiani, anziché lamentarsi devono “agire” mostrando con l’esperienza vissuta la bellezza della scelta cristiana, perché attraverso questo Cristo vincerà il mondo; certo di fronte all’ingiustizia non si deve neppure tacere, ma una volta denunciata con franchezza, il compito della vita resta quello indicato prima.

In questi giorni le denuncie che siamo obbligati a lanciare sono due: la prima per un fatto molto noto, la seconda per un fatto sconosciuto ai più.

Il fatto noto sono le reiterate minacce a Sua Eccellenza Monsignor Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Cei. Inutile descrivere i diversi episodi, dei quali i media hanno informato abbondantemente. Nel documento pubblicato qui, su Culturacattolica.it il 29 - 04 - 2007 dal titolo «Scandalo a Strasburgo» informavamo del tentativo di far approvare, nel contesto dell’ennesima risoluzione sull’omofobia, un durissimo attacco al Presidente della CEI; gli italiani autori di tale attacco personale sono Monica Frassoni dei Verdi, Vittorio Agnoletto e Giusto Catania di Rifondazione comunista. Le considerazioni relative mi sembrano queste:

  • spesso al Parlamento europeo abbiamo sentito accusare, a sproposito, il Santo Padre di istigare all’odio verso gli omosessuali, perché gli stessi presunti “fedelissimi” dei diritti umani non accusano, ben più fondatamente, di istigazione all’odio Frassoni, Agnoletto e Catania, che mentendo e distorcendo artatamente ciò che ha detto S. E. Mons. Bagnasco, hanno cercato di farlo apparire un nemico.
  • sia chiaro che al di là della denuncia dei Parlamentari europei che sono soliti denigrare il Papa, questi tre sono realmente corresponsabili dell’esasperazione del clima nei confronti dell’Arcivescovo di Genova, e del tentativo di intimidazione, come ha detto questa mattina Sua Eminenza il Cardinale Camillo Ruini, che ha aggiunto:« Parleremo ancora più forte e chiaro »
  • poiché quanto detto al punto precedente è vero, che cosa fanno in concreto gli alleati di questi tre Signori, oltre a dichiarare la loro solidarietà di maniera a S. E. Mons. Bagnasco? La loro solidarietà è inutile se almeno non si dissociano da questi tre, smentendoli. Dovrebbero fare qualcosa in più, ma questo sarebbe davvero il minimo.


E veniamo adesso al fatto sconosciuto ai più. L’Unione europea recentemente ha costituito la “Agenzia per i diritti umani” che ha sede a Vienna; è un organismo farraginoso con trenta membri del Consiglio di Amministrazione (uno per ogni Stato membro, due nominati dalla Commissione esecutiva e uno dal Consiglio dei Capi di Stato e di Governo), ma soprattutto, come sempre in tema di diritti umani, si teme, fondatamente, che lavori per la definizione dell’aborto come “diritto umano fondamentale” e per la severa condanna dell’omofobia con tutto ciò che per esperienza sappiamo comporta. Non è un’illazione immotivata visto che il Parlamento europeo più volte ha proposto all’Assemblea dell’ONU dei diritti umani di definire così l’aborto, e visto cosa capita tutte le volte che parla di omofobia, che, sia chiaro, merita la si condanni, magari non ogni due o tre mesi! E senza gli strascichi polemici che sono invece il vero scopo do queste risoluzioni insieme al riconoscimento del matrimonio di gay e lesbiche.
Bene per il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia di Vienna il Governo Prodi ha designato come propria rappresentante la Dottoressa Elena Paciotti, già presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, già Deputata europea del PSE, eletta nelle file dei Democratici di sinistra. Una persona di alto profilo e prestigio, decisamente aspramente contraria alla Chiesa cattolica ed alle sue “ingerenze”. Qui le considerazioni conseguenti possono essere:
  • Il Presidente del Consiglio Romano Prodi, o era distratto, ma non lo credo, oppure ha avvallato questa nomina, pur sapendo cosa c’è in gioco, vuoi perché non gli interessa nulla salvaguardare la cultura e la visione cristiana dell’uomo e della società, utile a tutti gli uomini, oppure perché è succube di coloro che lo mantengono al potere.
  • I cattolici militanti nei partiti che compongono la maggioranza, molti dei quali sembrano prendere posizione contro i “DI-CO”, cosa hanno fatto e fanno per questo problema che rischia di compromettere veramente molto. Sappiamo tutti come subdolamente si tenti di accreditare nelle varie legislazioni nazionali pronunciamenti dell’Unione Europea su temi non di sua competenza, fino ad ora con successo, sia per prese di posizione dell’Alta Corte di Strasburgo, sia per decisione delle varie Corti Costituzionali. Pur non essendo l’aborto e la relativa obiezione di coscienza non di competenza dell’UE, sono in atto fortissime pressioni sulla Polonia perché renda più permissiva la sua legislazione in materia. O usciamo dall’Europa, o facciamocene carico davvero, e non solo per pronunciare bei discorsi a favore dell’europeismo e della costituzione!


Detto ciò (che va detto!) resta il richiamo di S. E. Mons Negri: non possiamo fare solo proclami o piagnistei, tutti siamo impegnati a mostrare, vivendole innanzi tutto per noi, la bellezza, l’umanità e la “convenienza” delle nostre scelte, coerenti con il Vangelo letto alla luce dell’insegnamento della Chiesa; senza volerle imporre a nessuno, ma rendendo evidente ed affermando che non sono valide solo per noi, ma sono per tutti gli uomini che vogliono vivere una vita veramente umana e dignitosa.

Questo compito di sempre dei cristiani, sintetizzato da Papa Paolo VI con l’affermazione « il nostro tempo ha più bisogno di “testimoni” che di “maestri” », è oggi particolarmente urgente perché, come ha affermato S. E. Mons. Negri, siamo di fronte ad uno scontro epocale tra la cultura per l’uomo e la cultura del nulla, frutto del positivismo e relativismo, come molte volte ha richiamato Benedetto XVI. Solo questa testimonianza rende autentico un giudizio forte e chiaro su questo momento storico.

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