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Famiglia sotto assedio

Fonte:
CulturaCattolica.it

Ancora una volta sono uomini di Chiesa a chiedere ai politici di essere concreti nelle loro scelte.
Siamo stufi di sentirci dire che per aiutare la famiglia saranno potenziati i posti negli asili nido, questo poi non accade e non si tiene conto del fatto che ci sono donne che starebbero volentieri a casa ad accudire i loro figli se lo Stato riconoscesse loro economicamente lo svolgimento di un ruolo importante come quello di madre.


Siamo stufi di vederci puniti, se con fatica e impegno riusciamo a raggiungere un aumento di stipendio ci puniscono togliendoci gli assegni o le detrazioni per i figli a carico, poi quando andiamo ad iscrivere questi figli all’Università ci puniscono con rette più alte, tenendo conto solo in percentuale minima del numero di figli a carico.

Siamo stufi di vedere che alla famiglia non è riconosciuto il ruolo importante che svolge di educazione e di crescita di uomini e donne che saranno cittadini del mondo.
   
Mons. Betori segretario della CEI così parla della famiglia e dei pacs che dice:«scardinano i valori sociali».

Tra le cose «da fare» l’introduzione del “quoziente familiare”

Famiglia. Alla domanda sul perché la Chiesa pensa che un'eventuale legge sui pacs possa minacciare il matrimonio, monsignor Betori ha risposto facendo notare che «il problema è dei modelli». «Se noi pensiamo di poter mettere accanto a quello della famiglia monogamica (composta da un uomo e una donna che si mettono insieme per la vita perché vogliono il bene reciproco e della società) altri modelli che non hanno in sé tutti questi elementi, noi scardiniamo, rispetto al progetto di vita, i valori che presentiamo ai giovani e alla società». I modelli sociali, infatti, «entrano in concorrenza tra di loro e diventa difficile accettarne alcuni concorrenziali a un principio fondamentale come la famiglia».
Ribadita, dunque, l'unicità del modello familiare, così com'è attualmente tutelato dalla Costituzione, il segretario generale della Cei ha chiesto maggiore sostegno per le famiglie. Ad esempio attraverso l'introduzione del quoziente familiare, una delle cose che «si potrebbero fare». In sostanza, ha sottolineato il vescovo, «è l'indicazione che ci sono dei modi per venire incontro ai problemi della famiglia oggi, del formare una famiglia, di far figli». L'esempio della Francia, ha aggiunto Betori, «è molto interessante; a prescindere da una visione ideologica, si è potuto fare qualcosa di serio per la famiglia e la natalità, senza scardinare i conti economici del Paese. A volte si dice che non si può far nulla per la famiglia perché ne andrebbe degli equilibri della finanziaria. Invece la Francia ci dimostra che si tratta di fare le scelte giuste». [Mimmo Muolo - Avvenire]

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