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Andar per confessioni? No, grazie!

Fonte:
CulturaCattolica.it

I giornalisti non vanno in incognita nelle Moschee a sentire le prediche degli imam, forse perché non li fanno entrare, oppure perché scrivere di ciò che si ascolta è troppo pericoloso, e neppure gridano al razzismo, se al signor Castagna, volato in Tunisia per il funerale della figlia e del nipotino trucidati a Erba, viene impedito di entrare in Moschea per la cerimonia in quanto cristiano e quindi infedele.

I giornalisti invece, certi giornalisti, vanno per Chiese, a profanare il Sacramento della confessione, si spacciano per penitenti e chiamano inchiesta giornalistica, aver scoperto che ci sono sacerdoti e frati che dovrebbero ripartire dal catechismo, che spesso si lasciano guidare dal buonismo anziché da Cristo.

Non occorreva scomodarsi tanto, sarebbe bastato leggere i richiami del Papa attuale e del suo predecessore, che evidentemente conoscono bene i loro sacerdoti e le loro debolezze dottrinali.
Non è una grande scoperta, denunciare, che ci sono sacerdoti dove la mentalità comune ha fatto breccia e seguono più il sentimentalismo da rotocalco che, la dottrina della Chiesa.

Non a caso Giovanni Paolo II scriveva ai sacerdoti nel 2005 “ai sacerdoti la gente ha diritto di rivolgersi con la speranza di «vedere» in loro Cristo (cfr Gv 12,21)… Non mancheranno certo le vocazioni, se si eleverà il tono della nostra vita sacerdotale, se saremo più santi, più gioiosi, più appassionati nell’esercizio del nostro ministero. Un sacerdote «conquistato» da Cristo (cfr Fil 3,12) più facilmente «conquista» altri alla decisione di correre la stessa avventura. -

E l’attuale Papa Benedetto XVI, da Cardinale, alla Via Crucis del 2005, diceva: “Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa”.

Senza fare la fatica di inginocchiarsi nelle Chiese di mezza Italia, era sufficiente conversare con qualche praticante, gli avremmo raccontato di come un sacerdote a volte interpreti il vangelo facendo passare Gesù Cristo per un moralista.
A San Colombano, durante una predica il sacerdote ha detto: “Gesù apprezza più l’elemosina della vedova che quella del ricco, perché si sa, se uno è ricco i soldi li ha fatti rubando”. Ora, non ha detto questo nostro Signore, ma il vecchio prete ha pensato bene di farglielo dire.
Oppure, avremmo raccontato di come tra le preghiere dei fedeli ci sia posto per tutto e per tutti, richiami no global, consigli per gli acquisti, inviti alla morigeratezza e qualche volta ci si dimentichi di Cristo.
Poi, avremmo potuto raccontare al “falso penitente”, che ci sono chiese dove la musica che viene suonata non è sacra per nulla, dove improvvisati fedeli scrivono canzoni new age, dove la liturgia è stravolta da pratiche folcloristiche e l’eucaristia momento supremo della celebrazione, diventa una specie di fastidio, tanto che per rispetto ad alcune personalità laiche presenti ad una celebrazione, un prete ha ritenuto opportuno “saltare” il rito dell’eucaristia.
Insomma, innumerevoli episodi avremmo potuto raccontare, ma anche ricordare che la Chiesa, nonostante i peccati dei fedeli e del clero da oltre 2000 anni anche quando sembra morta, risorge come fuoco dalle ceneri, questo non perché gli uomini siano bravi, ma proprio perché non sono loro a determinare gli eventi.
Avremo potuto raccontare al giornalista, la storia di tanti Santi, eroi del quotidiano che con la loro umile opera hanno saputo ridare forza e vigore ad altri uomini, ci fu un periodo in cui gli uomini erano costretti a fuggire alle invasioni barbariche, i loro raccolti venivano rasi al suolo, le donne violentate, poi a un certo punto, vi furono uomini, cristiani, che decisero di non scappare più, ma di ricominciare a vivere, qualunque cosa fosse loro capitata. Fu l’inizio del monachesimo.

Insomma, il Papa sa quali sono i lati oscuri della sua gente e sa anche indicare Colui che salva, certe “inchieste” non sono inchieste, perché non scoprono nulla di nuovo, non smascherano niente che non fosse già conosciuto.

La novità sta da un’altra parte, ma c’è chi volta la faccia per non vederla.

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