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Casalinghe disperate? No attente e operose

Fonte:
CulturaCattolica.it

Spesso finiamo anche noi nel calderone del “sentire comune”, della “lamentatio” e finiamo per cedere ai luoghi comuni, finiamo per sentirci impotenti, incapaci di reagire a ciò che ci accade intorno, pensiamo che la nostra reazione non sarebbe null’altro che una goccia in un mare.

Non è così, non è sempre così.

Ecco allora che se anche nei supermercati non si vendono più presepi con la scusa del politically correct - si dice, “pazienza, chi vuole la capanna, tornerà a farsela con il cartone.”
L’altro giorno, alla Rinascente di Milano, una signora è entrata per il classico shopping Natalizio, ha chiesto ad una commessa dove si trovavano le statuine per il presepe, e la gentile commessa ha risposto, che “non le tengono”, pare infatti siano merce che non va di moda, non si vende più.
Lecito, è la legge di mercato, no?
La signora in questione non ha fatto una piega, ed ha risposto che la Rinascente avrebbe avuto da quel momento una cliente in meno e che sua figlia in procinto di sposarsi e di scegliere dove fare la Lista nozze, si sarebbe rivolta ad un altro negozio.

Chiuso l’incidente.

Voi direte che alla Rinascente di piazza Duomo a Milano, un cliente in più o in meno non sposta le entrate.
Vero.
Ma se i clienti così fossero di più, vi assicuro che ne terrebbero conto.

E’ giunta l’ora di smetterla di tacere, di credere che da soli non si può far nulla.
La mia impressione è che ci siano tanti “soli” che non hanno la coscienza che “insieme”, siamo un “popolo”.
Quindi, bando ai brontolamenti alla Gino Bartali “l’è tutto sbagliato l’è tutto da rifare”, è tempo di diventare presenza.

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