Nova Milanese: la scuola a luci rosse
- Autore:
- Fonte:
La notizia è di quelle che fa velocemente il giro del paese, perché coinvolge i nostri figli, in quella età, in cui noi siamo portati a considerarli ancora bambini e loro invece, si considerano adulti, capaci di discernere tra il bene e il male.
Quanto è accaduto in una scuola media di Nova Milanese, coinvolge cinque ragazzi tra i 13 e 15 anni e un'insegnante di matematica, una supplente venuta dal Molise, alla quale li avevamo affidati perché nel peggiore dei casi si limitasse ad insegnare la matematica, e, nell'eventualità più fortunata, fosse per loro anche testimone di vita.
Invece, una collega l'ha colta in un atteggiamento inequivocabile in un'aula dove aveva portato con sé i cinque alunni, con la scusa di dar loro ripetizioni di matematica, mentre gli altri compagni facevano educazione fisica.
La collega l'ha denunciata al provveditorato, le famiglie l'hanno denunciata ai carabinieri, in questi casi si dice "confidiamo nella giustizia", ma da adulti, da genitori, non possiamo non lasciarci interrogare da quanto accaduto, perché si tratta dei "nostri ragazzi".
Allora, perché nulla, nemmeno questa brutta avventura sia inutile, dobbiamo ripensare alla nostra responsabilità educativa, magari chiederci se qualche volta abbiamo gettato la spugna, delegando l'educazione dei nostri figli ad altri, ritenendoli più bravi, più preparati, dimenticandoci che qualche generazione fa, i genitori educavano senza avere una preparazione scolastica, ma ottenendo ottimi risultati, perché anche quando sbagliavano, i figli avevano chiaro che i genitori agivano per il loro bene, che i genitori sapevano dove stava il bene e dove stava il male.
Crescendo i figli potevano criticare l'educazione ricevuta, modificarla, ma avevano un metro di paragone.
Oggi invece stiamo educando intere generazioni senza metro di paragone, dove addirittura sembra sia sconsigliato dare indicazioni, dire cos'è bene e cos'è male.
Il Papa e pochi altri sostengono la famiglia, il rispetto per la vita in tutte le sue fasi, l'importanza della tradizione, mentre da ogni parte arrivano segnali differenti, si arriva a teorizzare che l'adulto non debba trasmettere ai figli, idee, sentimenti, valori, pensando che così il figlio sceglierà con maggiore libertà.
Sembra che la famiglia sia una sorta di terno al lotto, non più un uomo e una donna che consapevolmente decidono di vivere insieme, di fare dei figli, di crescerli, ma chiunque decida di vivere con un'altra persona anche dello stesso sesso, chiede di essere definita famiglia.
In fondo che male c'è? Si tratta di allargamento delle libertà, così ci dicono e opporci ci fa additare come illiberali, antimoderni.
Oggi più che mai l'educazione è una sfida, vuol dire non solo educare, ma anche lasciarci educare, essere adulti consapevoli che in una società così complessa, che lancia messaggi ambigui, non possiamo farcela da soli, dobbiamo accettare e cercare il confronto e la collaborazione. Perché i nostri figli hanno bisogno di adulti che insegnino loro un metodo che permetta di giudicare la realtà e non una educazione che miri alla "riduzione del danno".
L’educazione è oggi, più che in altri tempi una sfida, ed è una sfida in cui l’esito non è certo, ma è l’unico vero modo di amare i nostri figli e il loro futuro.