La Grande Bugia
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E’ uscito l’ultimo libro di Giampaolo Pansa, “La Grande Bugia” e le prevedibili contestazioni non si sono fatte attendere.
Si sa, certi argomenti hanno una sola versione e raccontarne i retroscena censurati non è permesso.
Se poi a farlo è un comunista, allora è ancora peggio.
Basta leggere i blog o i siti che sventolano la bandiera rossa e la foto del Che, per farsi un’idea di come la verità non voglia essere presa in considerazione, c’è una sola versione dei fatti e non è ammissibile che qualcuno decida di dire cose che si sono sempre raccontate a bassa voce.
Chi ha osato raccontare una resistenza vista con altri occhi è sempre stato messo all’indice.
A Reggio Emilia alla libreria dell’Arco dove si presentava il libro, esponenti dei centri sociali hanno occupato la sala cantando Bella ciao. Hanno fatto seguito una rissa, lo sgombero della sala da parte della polizia i dimostranti hanno gridato «Viva i fratelli Cervi! Viva Giorgio Bocca!».
Giorgio Bocca, collega di Pansa ritiene infatti che non vi sia stata nessuna “grande bugia” e che il nostro paese sia attraversato da un “rigurgito di filo-fascismo”.
In ogni caso le contestazioni devono essere state ritenute davvero eccessive se il Quirinale ha deciso di scendere in campo con una nota ufficiale:
«Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso a Giampaolo Pansa la sua profonda deplorazione per gli atti di violenza di cui è stato oggetto ieri a Reggio Emilia, in occasione della presentazione del suo ultimo libro».
Non la pensa come Bocca Leonardo Cecca che invece ha inviato una lettera alle maggiori autorità del paese, invitandole a far leggere il libro di Pansa nelle scuole.
Non accadrà, ma la verità va cercata e ripristinata, anche quando è scomoda.
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Signor Presidente, Signor Ministro,
ho appena letto il libro di Gianpaolo Pansa “La Grande Bugia” e non posso che complimentarmi per il coraggio civile e l’onestà intellettuale dimostrati dallo scrittore, un po’ tardivi ma indispensabili in un Paese che ama definirsi la “Patria del Diritto” e che ha il sacrosanto dovere di basarsi su fatti veri e non su storie di comodo. Se è vero che la storia è maestra di vita, allora è bene rimboccarsi le maniche ed attingere alla verità.
Da semplice cittadino mi permetto di suggerire la distribuzione del libro a tutti gli studenti verso i quali lo Stato ha l’indubbio dovere di rappresentare la storia nel modo più veritiero possibile e non secondo le necessità e/o i bisogni di coloro, che a sproposito e con arroganza, si considerano i soli custodi della verità. La storia ci insegna che a volte per lungo tempo gli episodi ai quali per generazioni si è creduto alla fine si sono dimostrati non completamente corrispondenti alla realtà e, pertanto, necessitano di essere riesaminati con onestà e diligenza ed illustrati nella loro veste più veritiera. Per quanto riguarda la spesa ritengo che possa essere benissimo sostenuta risparmiando sulle enormi spese sostenute nei palazzi del potere.
Penso che la mia proposta, pur se scomoda per taluni, sia doverosa nei confronti di quelli che furono, ma indispensabile per la formazione dei giovani che non possono e non devono essere indottrinati con verità di comodo.
Distinti Saluti
Leonardo Cecca
Rivalta 17/10/06