Famiglia e finanziaria 2007
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Il presidente del consiglio Romano Prodi sostiene che la finanziaria 2007 è dalla parte delle famiglie. Chi però di famiglie se ne intende, come Paola Soave, vice-presidente del Forum delle Associazioni Familiari, non è d’accordo e dice che si tratta di «un grande bluff».
Per prima cosa infatti, si deve considerare che dal sistema delle deduzioni dall’imponibile del costo dei figli, introdotto l’anno scorso dal governo Berlusconi, si è tornati alle detrazioni dall’imposta per i figli a carico.
Ma, mentre le deduzioni erano abbastanza consistenti e valevano per tutti, le detrazioni decrescono al crescere del reddito, già a partire dai redditi molto bassi, fino ad azzerarsi sopra i 35mila euro. E una famiglia con figli e 35mila euro lordi di entrate all’anno non si può certo catalogare tra i “ricchi”.
Anche Luisa Santolini (UDC), ex presidente del Forum delle Associazioni familiari, fa notare che «le detrazioni calano con l'aumentare del reddito, mentre le facilitazioni fiscali per cambiare il frigorifero restano fisse e vengono stanziati solo 50 milioni per i non autosufficienti a fronte dei 560 milioni per la rottamazione dei frigoriferi». Forse che un frigorifero è un investimento più importante di un figlio per la nostra società?
Purtroppo si continuano a confondere le politiche familiari con le politiche assistenziali, aiutando le famiglie in quanto povere e non in quanto famiglie.
Se l’obiettivo era di riconoscere il valore della famiglia e della natalità - al fine di evitare il declino socio/economico/demografico del Paese - ed evidenziarlo come un’urgenza primaria, l’entità delle cifre dedicate a tale finalità e la selettività degli interventi (riservati soprattutto ai redditi più bassi) lasciano irrisolti i problemi fondamentali.
Ma non è tutto. In un articolo apparso su Avvenire del 10 ottobre scorso, Pier Luigi Fornari confronta le «aliquote medie di imposizione (il rapporto tra l'imposta totale e il reddito) », giungendo alla conclusione che «la nuova Irpef conferma ampiamente l'opzione preferenziale del nostro sistema fiscale per i single».
Questi calcoli considerano anche il fatto che «il passaggio dalle deduzioni alle detrazioni per i figli ha prodotto comunque un aumento del lordo imponibile , e quindi del prelievo addizionale da parte dell'ente locale».
Quindi, anche risparmiando qualcosa sull'imposta principale rispetto al 2006, ci sarà un aumento della addizionale Irpef già dai redditi bassi. Inoltre, gli enti locali potranno ritoccare le aliquote delle addizionali - che erano invece state bloccate dal precedente governo - senza curarsi del numero di persone a carico del contribuente. «Nel complesso, dunque, il confronto tra l'ordinamento finora vigente e il combinato disposto di aumento delle aliquote e detrazioni avvantaggia solo chi ha redditi molto bassi. Diventa, invece, stabilmente uno svantaggio a partire da 35mila euro per chi ha una moglie ed un figlio a carico che arretra di 278 euro, e di 395 se i figli sono due. »
Il Sole24Ore sostiene addirittura che «per i lavoratori con familiari a carico aumenta la tassazione Irpef già con un reddito di 30mila euro». La tabella collegata all’articolo citato (vedi: “Come cambia il prelievo”) rende bene l’idea...
Queste contraddizioni, secondo il governo, dovrebbero essere risolte dalla riforma dell'assegno per il nucleo familiare (Anf). Ma anche qui non mancano i dubbi: «In primo luogo l'aumento dell'assegno (basato sul reddito familiare) non è direttamente cumulabile all'effetto Irpef (basato sul reddito individuale).»
Inoltre non è ancora ben chiaro chi ne beneficerà in maniera significativa, anche per l’estrema complessità del sistema (ci sono circa 1.400 tipologie). Inizialmente gli Anf erano limitati ai redditi molto bassi e anche con l’estensione annunciata, per i redditi sopra i 40mila euro lordi resteranno le briciole.
E c’è un problema ancora più serio: «la Finanziaria parla solo dell'assegno al nucleo familiare, cioè di una erogazione che riguarda solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, escludendo autonomi e le nuove forme di flessibilità […] e ciò non è certo un incoraggiamento alla formazione di nuove famiglie.»
Tra l’altro la Corte dei Conti ha rilevato che l’impianto di questa finanziaria è «affidato in misura preponderante a interventi di aumento del prelievo fiscale e, solo limitatamente, a correzioni della spesa». Questo avrà due conseguenze: deprimere la crescita economica e aumentare la spesa pubblica.
Ed a pagare saranno i soliti noti... Siamo sicuri che valga la pena correre questi rischi per togliere 1000 euro a uno e distribuirne 10 ad altri 100? Molto più sensato sarebbe tagliare gli sprechi del settore pubblico e incentivare la ripresa aumentando gli investimenti in ricerca e sviluppo, e riducendo le tasse (con conseguente diminuzione dell’evasione e aumento del gettito fiscale).
Il Forum delle Associazioni Famigliari critica anche il fatto che manca «un minimo riconoscimento del ruolo della madre di famiglia casalinga, equiparato ad un qualsiasi coniuge a carico senza figli, ruolo che invece veniva tenuto in conto dalla deduzione familiare del 2005.»
Aggiungiamoci la revisione degli estimi catastali da parte dei comuni (aumento dell’Ici) e dulcis in fundo la riduzione dei fondi per le scuole paritarie che limita la libertà di scelta educativa delle famiglie.
Più che centrare la finanziaria sulla famiglia… hanno centrato la famiglia: colpita e affondata!