Maria-Vika, tradita
- Autore:
- Fonte:
Uno Stato dove i bambini non possono fidarsi degli adulti, delle istituzioni, dove si libera con l'indulto chi ha commesso un reato e non si difende chi ne è stato vittima è uno Stato che non rappresenta la gente, quella che ancora sa da che parte sta il bene e il male.
La storia di Maria, che in realtà si chiama Vika, è la storia di una bambina che aveva pensato di essere al sicuro in Italia.
In un paese, Cogoleto in provincia di Genova dove aveva trovato degli affetti a lei sconosciuti, visto che la sua vita si è sempre svolta all'interno di un orfanotrofio.
E in quell'istituto, sembra accertato che la vita non fosse facile, non solo perché il migliore degli istituti non è una famiglia, ma perché come spesso accade nei luoghi dove gli adulti sono pochi, i bambini di cui prendersi cura molti, finisce per regnare la legge del branco, dove vince il più forte.
Una perizia medica ha accertato che Maria-Vika, ha subito soprusi e violenze, per questo era terrorizzata all'idea di essere rimandata in Istituto e pensava di essere salva in Italia.
Invece è stata tradita, non dalla coppia che l'aveva in affidamento o dalle nonne che l'hanno protetta, non dal sindaco di Cogoleto che ha preso le sue difese, non dal parroco che si è offerto come mediatore, né dalla gente del Paese.
E' stata tradita dallo Stato Italiano, dalle leggi di questo paese che l'avrebbero meglio tutelata se fosse arrivata stanca e stremata a Lampedusa su un barcone, se fosse stata una kamikaze musulmana.
La storia è intricata, ma rimane il sospetto, anzi, molto più di un sospetto, che la verità sia molto più semplice di come appare.
Che Maria-Vika sia stata sacrificata per ragioni "politiche", il bene della bambina non è mai stato al primo posto, ma è sempre venuto dopo una serie di "precedenze".
I coniugi di Cogoleto avevano ricevuto il decreto di adozione per Maria due anni fa, poi le adozioni dalla Bielorussia sono state bloccate.
Nel frattempo si sono rivolti al tribunale dei minori, perché la bambina aveva tentato di uccidersi e diceva di aver subito violenze, il giudice ha consigliato loro di denunciare la cosa, emettendo prima un parere - quello secondo cui la bambina doveva rimanere in Italia sino a che non fosse stata curata.
Il bene della bambina non era lo scopo primario dell'ambasciatore della Bielorussia che doveva solo difendere il buon nome del suo Paese.
Non è stato messo al primo posto dal sottosegretario alla Giustizia Daniela Melchiorre che si è offerta come mediatore, ma non ha saputo proporre altro che il rispetto degli accordi internazionali, dichiarando: «Bisogna continuare il dialogo intrapreso io mi auguro però senza questa rigidità e volontà di violare la legge dimostrata dai coniugi Giusto. Condivido l'interesse per la bambina ma credo che dobbiamo rispettare le leggi e gli accordi internazionali», dimostrando nei fatti, che il rispetto della legge non prevede a suo avviso mediazione.
Non hanno messo al primo posto il bene di Maria-Vika, nemmeno quelle famiglie affidatarie che hanno pensato, "sacrificarne una per salvarne cento" e hanno condannato il comportamento della famiglia, temendo che tale comportamento danneggiasse i loro bambini, che il ricatto del Governo della Bielorussia, impedisse loro di rivederli.
Sentimento comprensibile, ma hanno pensato quegli adulti che un bambino ha il diritto di sapere che il mondo dei "grandi" è un mondo che lo difende e non che lo sacrifica, fosse anche per una buona causa?
Forse la soluzione c'era, e mi domando come nessuno l'abbia presa in considerazione.
La piccola sarebbe potuta tornare in patria accompagnata da persone di cui si fidava, ed essere affidata ad una famiglia e non più all'istituto in cui ha il terrore di ritornare, tanto più, che la famiglia di Cogoleto si era detta disponibile a contribuire al suo mantenimento a distanza.
Si sarebbero così salvate le leggi internazionali, la faccia del mediatore Bielorusso, avrebbe fatto un figurone anche il sottosegretario Melchiorre e non si sarebbero pregiudicate le visite dei bambini che due volte l'anno vengono in Italia, ma soprattutto si sarebbe salvata Maria-Vika, perché non si può tradire un bambino, non ci può essere una ragion di Stato che distoglie lo sguardo da una storia come questa.
Che cosa ha portato a sacrificare Maria?
Uno Stato dove i bambini non possono fidarsi degli adulti, delle istituzioni, dove si libera con l'indulto chi ha commesso un reato e non si difende chi ne è stato vittima è uno Stato che non rappresenta la gente, quella che ancora sa da che parte sta il bene e il male.