Margherita per sempre
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In “Come io vedo il mondo” di Albert Einstein si trova l’affermazione che “nella nostra epoca votata in generale al materialismo, gli scienziati sono i soli uomini profondamente religiosi”. Einstein parla dei “veri” scienziati, di quelli cioè che cercano la verità e hanno il senso del mistero. Se è così possiamo provare ad applicare il sillogismo aristotelico: i veri scienziati sono uomini religiosi; Margherita Hack è una scienziata; ne segue che Margherita Hack è una donna religiosa. Non è assolutamente così, e quindi se ne potrebbe dedurre che la Hack non è una vera scienziata!
Ma la recente intervista a “La Stampa” (mercoledì 13 settembre 2006) è ancora più desolante: una serie di frasi fatte, senza alcuno sviluppo logico per difenderle, tipo “.. la scienza e l’umanità non hanno bisogno di Dio…via via che si sono svelate le manifestazioni naturali, si è sentito sempre meno il bisogno di Dio… [quelle della Chiesa] sono sempre interferenze gravi... la scienza deve essere totalmente libera [e la bioetica dove va?], non si possono fermare gli studi sulle cellule embrionali, ecc..”
Scientismo allo stato puro: roba da bottegaio illuminista di fine ’700, non da scienziato colto di oggi.
Ci si può domandare quale autorità scientifica e morale possa avere la Hack (oltre a tutto pensionata, rispetto ai tanti astrofisici e cosmologi italiani di valore in servizio attivo) per essere così spesso intervistata, non solo su argomenti scientifici: ci viene il sospetto che una certa mentalità vetero-laicista (anche con qualche reminiscenza massonica), che tuttora va per la maggiore in Italia, cerchi qualche ormai isolato appoggio per il proprio atteggiamento scientista e antireligioso, ma trovi quasi soltanto qualche attempata madama fuori-servizio (potremmo aggiungere la Montalcini), cercando di usarla prima che sia troppo tardi, augurandosi “lunga vita alla Signora”!