Family card: Bergamo ci prova
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Non è il coefficiente familiare al quale nessun governo vuole dare spazio (il reddito della famiglia diviso per il numero dei suoi componenti, perché un single che percepisce trentamila euro l’anno è più ricco di un padre di famiglia con moglie e due figli a carico che percepisce la stessa somma), ma il Comune di Bergamo si è inventato la Family card e la sta sperimentando con le famiglie numerose (4 figli).
Scrive Davide Re su Avvenire: “È il primo intervento articolato di iniziative fatto in Italia inventato da un Comune. Con l’auspicio che anche altre realtà copino l’intervento fatto dalla città lombarda.
Una tessera, simile a una carta di credito, dal nome inequivocabile - Family card - è in consegna in questi giorni a ciascun nucleo familiare della città (275 in tutto, di cui il 35% formato da stranieri), che conta al suo interno un minimo di sei persone. Due genitori, si intende, e quattro figli. E vengono inclusi nel conto anche i bambini o ragazzi in affido temporaneo o adottati. Nell’assegnazione della tessera non conta il reddito, ma solo il numero di figli. «Scegliere di avere una famiglia numerosa - hanno spiegato l’assessore al Commercio del Comune di Bergamo Ebe Sorti Ravasio e il sindaco Roberto Bruni in una lettera indirizzata ai nuclei familiari selezionati - è una scelta ricca di gioie e soddisfazioni, ma anche molto impegnativa. (…)
«La speciale family card - spiegano ancora nella loro lettera i due amministratori bergamaschi - è il documento che permette di accedere a diverse opportunità. Il progetto comincia con riferimenti essenziali nel paniere di spesa delle famiglie. Non a caso le prime convenzioni sono state stabilite con l’Associazione dei panificatori bergamaschi, per l’approvvigionamento di pane fresco, con Bergamo Mercati, per la frutta e verdura a prezzi d’ingrosso. Un’altra intesa è stata raggiunta con Bergamo Sport, per l’utilizzo degli impianti sportivi comunali. Per usufruire delle convenzioni, basta presentarsi con la Family Card». Un piano per valorizzare la famiglia, insomma, perché rappresenta il vero sviluppo della comunità, la sua continuità nel futuro. Un aiuto qui a chi investe nei figli, che diventano patrimonio nella società. Per ora il progetto è sperimentale. Durerà per sei mesi. Poi l’amministrazione vedrà il come potenziarlo ed eventualmente estenderlo. «Partiamo quest’anno in via sperimentale con le famiglie con almeno quattro figli, ma non è escluso un ampliamento futuro a chi a tre figli» (…)”.