Hevan c’è
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Questa polemica mi ha davvero sorpresa.
Jennifer viene uccisa e con lei il bambino che avrebbe dovuto nascere a metà maggio, qualche giorno dopo l’assassinio.
Le fanno l’autopsia e il bimbo viene tolto dal suo ventre. Cosa avrebbero dovuto fare se non prendersene cura, quello che avevano tra le mani era un bambino che non aveva mai fatto sentire il suo pianto, un bambino che forse aveva corso il rischio di non essere lasciato crescere, perché la sua mamma era giovane, il suo papà non lo voleva, invece Hevan c’è.
Lo vestono di bianco e mani pietose con i guanti azzurri lo porgono all’obiettivo di un fotografo.
La nonna chiede che la foto sia mostrata, perché Hevan c’è e la sua vita è stata soppressa con quella di sua madre.
Un giornale pubblica la foto, possiamo discutere se sia giusto o meno pubblicare la foto di un bambino senza vita, ma io ho l’impressione che quello che turba, non sia la foto di questo neonato con gli occhi chiusi, ma il fatto che ci ostiniamo a chiamarlo “feto”, che c’è un certo imbarazzo nel considerarlo una persona, perché questo ci obbliga prepotentemente a stare davanti alla realtà.
Chi ha il coraggio di dire a quei nonni che oggi hanno seppellito la loro figlia e il loro nipote che si stanno sbagliando, il piccolo Hevan non conta, non era ancora nato.
E’ chiaro che è una forzatura di legge, si sa, la legge qualcosa deve pur deciderlo e se ha deciso di dare dignità giuridica ad un uomo, solo nel momento in cui viene alla luce così è, ma noi sappiamo che quello è un uomo anche se stava ancora nel ventre di sua madre.