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E' iniziata la stagione dei piedipuliti?

Fonte:
CulturaCattolica.it

Condivido il pensiero di quelli che dicono che la maggior parte delle donne dovrebbero tacere, quando si tratta di calcio, (a meno che non abbiano coscia lunga e scollatura pronunciata, allora con quel “sorriso” possono dire ciò che vogliono), sono poche quelle competenti e di solito non le lasciano parlare.
Ho frequentato per anni gli spalti in cemento di campi di periferia, dove mamme in tacchi a spillo e gonne strette insultavano arbitri rei di non aiutare il loro bambino a vincere, allenatori che non lo valorizzavano e guarda linee a loro dire corrotti e non ho ancora capito cosa spinga un arbitro a farsi insultare e a lasciare che insultino moglie e affini ogni domenica, pur di affermare la sua supremazia su 22 uomini in mutande, ma riconosco la loro utilità sul campo.
In famiglia sono in netta minoranza, avendo un marito e solo figli maschi, quindi mi sono data la regola di tacere, quando si discute di fuorigioco, contropiede e rigori non concessi.
Ma oggi voglio trasgredire e dire la mia.
E’ iniziata la stagione di “Piedi puliti”, ora, come già accaduto in passato con “mani pulite” si butteranno via vite e carriere, nel calderone entreranno quelli che hanno sbagliato e quelli che non hanno sbagliato, ma saranno rovinati prima che sia accertato.
Sembra semplicistico dire che ancora una volta è una questione di “EDUCAZIONE”, si “educa male”, a vincere, ad essere furbi anziché corretti, e di quelli che combinano le partite, anche nelle serie minori si dice che in fondo “era una partita che non valeva nulla”, tutti fingono che vada bene, che non ci si possa far nulla, che in fondo non importa, lo fanno anche i grandi Club.

Se qualcuno invece, avesse presente cos’è il bene e cos’è il male, cos’è giusto e cos’è sbagliato e si educassero i bambini ad essere orgogliosi di aver fatto del loro meglio, ad essere fieri di essersi giocati sino all’ultimo respiro, indipendentemente dal risultato, ad apprezzare il valore dell’avversario quando è più forte, si desse dimostrazione in campo di lealtà, si indicassero esempi positivi, lo so, ora i miei figli staranno sghignazzando perché parlo di Tommasi, ma è uno che ha avuto il coraggio di tornare a giocare con lo stipendio da operaio specializzato, lo hanno guardato come un eccentrico, invece avrebbero dovuto proporlo come idolo dei giovani, come esempio del buon giocatore, invece si preferiscono quelli un po’ guasconi, che cambiano velina ogni sera, che si fanno riprendere per le loro nostalgie del paese natio, si sa il genio è sregolatezza, e a questi si perdona tutto, almeno sino a quando qualche pallone lo spingono in rete.
Finiamola di scandalizzarci per il calcio “sporco” e ricominciamo a raddrizzare le piante da quando sono piccine, abbiamo bisogno di maestri capaci di insegnare la vita e con la vita lo sport, il calcio o quant’altro.
Abbiamo bisogno di allenatori, preparatori atletici, dirigenti, arbitri, guardalinee, magazzinieri, che abbiamo la coscienza che stanno facendo qualcosa di grande, che abbiano a cuore prima di tutto l’umano e non il risultato.

Non è facile, ma non è impossibile, bisogna ricominciare dall’educazione e dalla certezza che non tutto è marcio, ma quello sano non puzza.

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