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La rivincita degli ultrà

Doveva essere una vittoria clamorosa del centrosinistra con tutto il popolo schierato "finalmente" da una parte, ma, alla prova dei fatti, la vittoria si è giocata su una manciata di voti...

"Nell'Unione rivincita degli ultrà" titola oggi (12 aprile 2006) su Il Giornale un articolo di Giorgio Vittadini, [presidente di Fondazione per la Sussidiarietà] rilevando quello che è evidente a tutti, anche se alcuni fanno fatica ad ammetterlo, "Doveva essere una vittoria clamorosa del centrosinistra con tutto il popolo schierato «finalmente» da una parte, ma, alla prova dei fatti, la vittoria si è giocata su una manciata di voti." Questo popolo che molti si ostinano a credere "bue" ancora una volta è stato "imprevedibile" com'era accaduto in occasione del referendum, ma pare che non vi sia la volontà da parte di molti di capire cosa davvero è accaduto, come mai roccaforti "rosse" hanno cambiato idea, scriveva oggi Introvigne a proposito della - sorpresa Piemonte – "A Torino, da sempre, c'è una straordinaria istituzione di carità che è anche un barometro degli umori elettorali dei cattolici. Il Cottolengo ha un seggio interno dove votano suore, infermieri, volontari e qualche ammalato. Feudo della Democrazia cristiana, nella seconda Repubblica il Cottolengo ha votato a sinistra, convinto che lì si trovassero orecchie più sensibili alle esigenze degli «ultimi». Ma stavolta al seggio del Cottolengo l'Udc con il 56,2% ha conquistato la maggioranza assoluta dei voti e Berlusconi con il 68% ha nettamente battuto Prodi.
Il fatto è che al Cottolengo curano i malati terminali di tutte le età, compresi quelli affetti da deformità irrimediabili che in Olanda la legge sopprime con l'eutanasia. Quando il ministro Giovanardi - ripetendo peraltro le parole di un documento vaticano - ha definito l'eutanasia all'olandese «nazista», dall'Unione si è levato un coro di insulti. Né si tratta solo dell'eutanasia. In Piemonte la governatrice della Regione, la diessina Mercedes Bresso, in pochi mesi si è mossa per sopprimere il buono scuola, prospettare l'introduzione di unioni civili anche omosessuali, battagliare perché in Piemonte si continui a sperimentare la pillola abortiva RU-486. Contro la Bresso è sceso in campo in materia di libertà di educazione anche il cardinale di Torino - difficilmente classificabile come un simpatizzante della destra - accolto in un'imponente manifestazione da cori da stadio dei militanti cattolici. Così il Piemonte, che sembrava un feudo inespugnabile della sinistra, è passato a sorpresa alla Casa delle Libertà. E il voto cattolico è stato certamente decisivo anche nel Lazio
."

Un osservatore attento ed onesto non può non lasciarsi interrogare dalla vittoria della Casa delle Libertà in Piemonte, in Friuli, nel Molise, nel Lazio, in Puglia, dai risultati ottenuti in Lombardia, in Veneto e in Sicilia. Sempre Vittadini faceva notare "nelle aree più sviluppate e popolose del Paese la maggioranza è stata netta, se non addirittura schiacciante. Non è un caso. In quelle zone il consenso non deriva da partiti di plastica, lacchè, mezze figure e cortigiani che pure ci sono stati in questi anni. Lì il consenso deriva da un forte radicamento nel mondo produttivo, nelle realtà sociali, nelle aggregazioni ideali.
Queste realtà hanno a cuore la vita, la famiglia, l'educazione, il rilancio economico, l'ammodernamento del Paese, la difesa della libertà e di una pace che non sia un cedimento al terrorismo, la costruzione di un'Europa dei popoli. In poche parole questo consenso nasce dalla libertà e dalla sussidiarietà, che sono urgenti per quel rilancio dal basso di cui l'Italia ha assoluto bisogno. I segni non mancano: Draghi parla di ripresa, c'è fervore in mondi produttivi che disdegnano la rendita, Paesi come la Svezia e la Gran Bretagna abbandonano il welfare State e ci indicano la nuova strada maestra."

Sempre Giorgio Vittadini auspica un accordo tra le componenti riformiste dei due schieramenti e indica anche il luogo dove questo possa avvenire "può trovare un luogo d'incontro nell'Intergruppo per la Sussidiarietà."
Certo bisognerà fare i conti con l'estrema sinistra arruolata per garantirsi la vittoria e che ora "batte cassa" e reclama quanto loro promesso.
Non è di questo che l'Italia ha bisogno "Occorre qualcuno che compatti le parti più responsabili di maggioranza e opposizione, che riunifichi il Paese e, sulla base di ciò che è più urgente, sappia affrontare la crisi economica, politica e, soprattutto, ideale che l'Italia attraversa. Occorre guardare alla risorsa più grande che resta all'Italia: un popolo che ha dimostrato, ancora una volta, di essere vivo.
Questa è la vera speranza: l'esperienza di novità che si pone nella vita quotidiana, nelle opere che si costruiscono, nelle proposte politiche che si fanno. Il resto, prima o poi, crolla senza lasciare traccia."

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