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Convivenza solidale o matrimoni gay?

Fonte:
CulturaCattolica.it
Cos’è una famiglia? Quali sono i tratti che la identificano?

Il cardinale Camillo Ruini ha dedicato una parte importante della sua relazione al Consiglio episcopale permanente alla difesa della famiglia: “il paradosso della nostra situazione è che il sostegno pubblico alla famiglia in Italia è invece molto minore, meno moderno e organico, pur in presenza di una gravissima e persistente crisi della natalità che sta già provocando, e causerà assai di più in futuro, ingenti danni sociali”.

Ha parlato poi del “pseudomatrimonio”: ‘‘Le varie forme odierne di dissoluzione del matrimonio come le unioni libere e il ‘matrimonio di prova’, fino allo pseudo-matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono invece espressioni di una libertà anarchica, che si fa passare a torto per vera liberazione dell’uomo. Una tale pseudo-libertà si fonda su una banalizzazione del corpo, che inevitabilmente include la banalizzazione dell’uomo’’.

Dunque i Vescovi italiani dicono “no” ai Pacs, che ricordano troppo da vicino il matrimonio e ne sviliscono la dignità, ma non escludono la possibilità che lo Stato riconosca forme diverse di protezione giuridica alle unioni di fatto, quella “convivenza solidale” di cui ha parlato Francesco Rutelli.

Parrebbe la soluzione più giusta, in fondo gli omosessuali dicono di voler riconosciuti i loro diritti civili, ma non pare desiderino essere riconosciuti come “coppia sposata”.
Ne sono la prova i numeri, i Comuni che hanno istituito i ‘registri delle unioni civili’ hanno visto pochissime registrazioni di unioni etero o omosessuali,
nonostante il grande battage pubblicitario intorno a questo evento.

La relazione del Cardinale suona come una bocciatura alla posizione espressa dal leader dell’Unione Romano Prodi nella lettera inviata al presidente onorario dell’Arcigay, Francesco Grillini, e un’apertura alla posizione espressa dal leader della Margherita Rutelli.

Dice il Cardinale Ruini: ‘‘Non vi è alcun reale bisogno” di norme che, come i ‘‘Pacs istituiti in Francia’’, potrebbero portare ad un ‘‘piccolo matrimonio’’, che ‘‘produrrebbe al contrario un oscuramento della natura e del valore della famiglia e un gravissimo danno al popolo italiano. Per quelle unioni che abbiano desiderio o bisogno di dare una protezione giuridica ai rapporti reciproci esiste anzitutto la strada del diritto comune, assai ampia e adattabile alle diverse situazioni”.

Detto così la soluzione pare semplice, ma leggendo le reazioni delle associazioni gay la discussione pare ben più complicata e confusa.

Il presidente nazionale dell’Arcigay, Sergio Lo Giudice, tuona contro la proposta avanzata da Rutelli di affrontare la questione mediante contratti di natura privata: “La soluzione proposta da Rutelli è inaccettabile. Così si tradiscono le istanze dei cittadini e delle cittadine omosessuali”.

L’On. Franco Grillini (DS), presidente onorario dell’arcigay dichiara: “Sul Pacs Ruini sbaglia perché la proposta di legge è volta a tutelare i diritti di due persone che stanno assieme e la legge elenca in modo puntuale i momenti difficili della vita a due per i quali la proposta attualmente in discussione alla Camera si presenta come strumento di garanzia.
Non è Ruini a decidere cosa sia una famiglia. In una società democratico-liberale lo Stato deve tener conto dei diritti delle persone che decidono in libertà sulle loro relazioni e sui loro affetti.”

Pare evidente che la discussione è solo agli inizi, ma a mio avviso bisognerebbe rifare il punto della situazione e per prima cosa rispondere alla domanda:
Cos’è una famiglia? Quali sono i tratti che la identificano?

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