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Quelle famiglie numerose che non interessano a nessuno

Fonte:
CulturaCattolica.it

Alfio ed Emanuela sono due miei cari amici. Vivono in provincia di Bolzano, in un comunissimo appartamento di loro proprietà (70 metri quadri). Lavorano tutti e due, Emanuela come infermiera professionale, Alfio come tecnico di laboratorio. Sin qui niente di speciale. La particolarità di questa famiglia è nel numero dei figli: cinque e tutti maschi. Il più grande frequenta il biennio delle superiori.

Conosco i salti mortali che hanno dovuto fare per tirare su una famiglia tanto numerosa. Questa è gente che non può avere tanti sghiribizzi per la testa, come si dice. Eppure sono felici, molto felici, e con sacrificio e capacità di organizzarsi riescono a tirare avanti e ad assicurare ai loro bambini una vita dignitosa.

Bene, nel nostro bel paese, dove la crescita è zero da almeno un decennio, famiglie numerose come quella di Alfio ed Emanuela non solo non ottengono la dovuta considerazione, ma sono anzi penalizzate.

Qualche esempio? Si può cominciare con le detrazioni previste per la prima casa: stessa percentuale uguale per tutti, che si abbiano uno, tre, cinque, sette o più figli o che si sia single. Con la differenza che il single si mette in tasca tutto quanto, mentre chi ha una famiglia numerosa deve spartire una ben magra torta. Viva la giustizia!

E le tariffe elettriche? Ci sono agevolazioni solo per chi consuma poco. Ma una famiglia di sette persone non può fisiologicamente spendere poco in energia elettrica, perché gli elettrodomestici funzionano in continuazione.

La casa popolare, direte, quella sì. E invece no. Perché non se ne fabbricano con la metratura prevista dai parametri di legge (118 mq.). Al massimo se ne fanno di 100 mq. E così Alfio ed Emanuela, pur essendo i primi nella lista, restano al palo. Niente da fare, sono in troppi. Lo Stato italiano non prevede famiglie troppo numerose.

Ci sono condizioni vantaggiose per un mutuo? Sì, ma solo fino al quarto figlio. Se uno ne ha cinque si attacca.

L’Italia governata per un quarantennio dalla Democrazia Cristiana, l’Italia sottomessa all’influenza del Vaticano (quello del “crescete e moltiplicatevi”) ha una legislazione, in materia di famiglia, che fa ridere. Anzi, come ha anche denunciato in modo soft un film uscito qualche anno fa (parlo di “Casomai”), il sistema congiura contro il matrimonio e la famiglia.

Alfio ed Emanuela, genitori coraggiosi, hanno anche trovato il modo di fondare dalle loro parti una sezione dell’Associazione nazionale “famiglie numerose” (www.famiglienumerose.it), che si batte per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo politico a questo tipo di problemi. Del resto una famiglia può essere numerosa anche perché magari ha adottato dei bambini o li ha presi in affido.

Come risponde il mondo politico? Prodi ce ne dà un bell’esempio proprio in questi giorni. Alla vigilia della partenza in torpedone ha parlato della famiglia, eccome. Sì, della famiglia gay.

“Ne abbiamo ripetutamente parlato fra noi in modo informale - ha spiegato - e posso dire che, nella Unione, l’orientamento verso i patti di tipo francese è approvato da tutta la coalizione. Sui singoli articoli si può discutere, ma solidarietà e riconoscimento dei diritti civili per i gay ci guidano verso un orientamento comune. Un governo deve preoccuparsi dei diritti di tutti i cittadini e della necessità di disciplinare i problemi giuridici, anche di coloro che scelgono di vivere insieme stabilmente ma in forme diverse dal matrimonio”.

Cari Alfio ed Emanuela, avete voluto cinque figli? Affari vostri! Questo è il tempo dei single che si godono la vita e delle coppie omosessuali. Voi, cari miei, non esistete!

Credo proprio che i miei amici (e le migliaia di famiglie che si trovano nelle loro stesse condizioni) resteranno ancora al palo. Il loro caso non va di moda, non fa notizia, non interessa a nessuno. Dovranno continuare a tirare avanti da soli, loro che riforniscono questo ingrato Paese asfittico e sterile di nuove generazioni e che ci testimoniano la bellezza di un amore aperto alla vita e al dono di sé.

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