Grazie Spagna!
- Autore:
- Fonte:
Grazie Spagna, per i tuoi 500.000 (ma qualcuno si spinge fino al milione di presenze) che sono scesi in piazza in difesa della famiglia e dell’infanzia. Alla manifestazione di Madrid c’eravamo idealmente anche noi, come anche quei 30 milioni di famiglie di tutto il mondo che hanno aderito. Siamo pienamente d’accordo con quanto ha dichiarato alla stampa Lola Velarde, Vicepresidente della Rete Europea dell’IPF: “Proponiamo una famiglia naturale come unità indispensabile su cui ogni persona deve poter contare per il suo pieno sviluppo umano. Non si tratta di respingere nessuno, ma di evitare sofferenze ai bambini e ai giovani”.
La manifestazione madrilena mi sembra un grande successo, perché non è facile portare in piazza a dimostrare i moderati. Queste sono cose riservate a chi ha in testa la cultura della mobilitazione rivoluzionaria. Se in tanti hanno risposto, vuol dire che in Spagna qualcosa sta andando storto. Il Governo di Zapaterotopia si è contraddistinto nel giro di pochi mesi per una totale carenza di dialogo in materia di politiche dirette alla famiglia: più volte si è rifiutato di ricevere le associazioni familiari ed ha del tutto ignorato più di 700 mila firme che sono state presentate alla Camera legislativa, che obbligano il Governo spagnolo a discutere in tale sede l’Iniziativa legislativa popolare diretta a definire il matrimonio in una forma chiara e precisa. A Zapaterotopia si governa in spregio del popolo. Bene!
Ma allarghiamo la riflessione. Nel giro di un mese abbiamo assistito a tre fatti significativi, che hanno coinvolto tre nazioni europee di primo piano: in successione cronologica, Francia, Italia, Spagna. In tutti e tre i casi abbiamo avuto un denominatore comune, bene evidenziato da Stefano Zecchi in un fondo su Il Giornale: “un blocco, un establishment di intellettuali, di giornalisti, di accademici si è impossessato della discussione, costruendo una dittatura della comunicazione che ha presentato il problema con un solo volto. Come dire: il problema ha questa unica interpretazione e unica soluzione, e chi volesse proporre e sostenere un’altra interpretazione e un’altra soluzione è un ignorante, è fuori dalla storia, è un dogmatico reazionario”.
Sia che in Francia ci si opponesse alla Costituzione europea; sia che in Italia si reagisse all’attacco contro la vita e la dignità dell’essere umano; sia che in Spagna si richiedesse di non stravolgere l’istituto familiare in nome di un’ideologia al potere, il ritornello è stato sempre quello: noi siamo per il progresso, i diritti umani, la libertà; voi siete oscurantisti, nazionalisti, reazionari, beceri tradizionalisti. Dialogo chiuso.
Risultato? In Francia e in Italia la gente ha spernacchiato il blocco intellettualgiornalistico; in Spagna perfino i moderati hanno sentito il bisogno di scendere in piazza a manifestare in massa.
Insomma, c’è stata una reazione alla verità decretata dall’alto, una ribellione all’imposizione di una certa Europa, una certa Scienza, una certa Laicità (tutte rigorosamente con le lettere maiuscole). E’ stata una contestazione, più o meno consapevole e motivata, del pensiero unico, “propinato - cito ancora Zecchi - dalle Università, dalle comunità scientifiche, dai gruppi economici, che non ammette possibilità di discussione”. Un pensiero unico che si fa forte di sondaggi (come quello che vorrebbe oltre il 60% degli spagnoli con Zapatero o quello che dava i sì ai referendum italiani intorno al 41% - complimenti!) che valgono quello che valgono, che sono manipolabili e manipolati e che, proprio per questo, vengono smentiti alla prova dei fatti.
Grazie dunque Spagna, grazie moderati spagnoli per essere scesi in piazza a dirci e a farci vedere che esistete anche voi e che la famiglia “sì che importa”. Grazie per la vostra opposizione al pensiero unico, che zitta zitta, toma toma, una lobby ideologica sta imponendo al mondo. Ne riparleremo presto.