Cari Compagni...
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Dicono “libertà” ma è “liberismo”. Liberismo della peggior specie, quello che con il referendum spalancherà le porte alle multinazionali del “farmaco-bambino”, della “salute per tutti a costo di tutto”, del desiderio di “avere”. Sfido i compagni no global, quelli ambientalisti e contro gli ogm a convincermi che nelle tesi abrogazioniste si possa intravedere un pensiero di sinistra, non dico anticapitalista, ma semplicemente socialdemocratico. Riporto testualmente i concetti a favore del “sì”, pubblicati su Liberazione (29 Maggio 2005) a cura del comitato referendario. «Tutto il testo della legge è criticabile, a partire dal titolo (“Norme in materia di procreazione assistita”). Esso delinea il terreno di confronto scelto: non quello delle tecniche di riproduzione e delle modalità di accedervi [.] ma quello della procreazione medicalmente assistita. Il sostantivo procreazione in genere viene utilizzato in riferimento alla specie umana e allude a un retroterra culturale complesso, che da un lato richiama la connessione fra la creazione biblica e la procreazione umana, dall’altro iscrive quest’ultima in quell’atto originario, consegnandola al regno della “naturalità”, così come essa viene intesa dalla cultura cattolica».
Dunque, il termine procreazione avrebbe, secondo i promotori, un substrato religioso non conforme e non assimilabile al concetto che il significato di nascita assume “laicamente”. Siamo alla parificazione del significato di nascita con la produzione in serie di una fabbrica fordista che costruisce tondini di ferro. Nel testo si attribuisce l’idea che la procreazione umana appartenga al regno della naturalità, come ad una “devianza” cattolica. Credo non sia necessario essere scienziati o teologi per affermare che il concetto di nascita non si può altro che iscrivere all’interno del regno della naturalità! Senza falsa retorica e osservando da sinistra gli sviluppi di questa diatriba, mi permetto di dire che siamo ad un punto di non ritorno: questa sinistra ha confuso la libertà con il liberismo.