Guardare l'evidenza
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L’uomo moderno sembra aver perso la capacità di guardare l’evidenza.
Non abbiamo occhi per ciò che realmente accade, ma per l’idea che abbiamo di ciò che sta accadendo.
I referendum sottolineano questo fenomeno, ma tutta la realtà ne è investita, ecco che allora abbiamo bisogno di persone che ci richiamino in continuazione a guardare la realtà e non all’idea che abbiamo di essa.
Su Il Giornale di oggi, Paolo Guzzanti racconta la sua esperienza di studente di medicina:
“Quasi mezzo secolo fa mi iscrissi alla facoltà di medicina ed ero uno spensierato abortista convinto che fosse progressista negare la qualifica di essere umano a quel «grumo di cellule».
Poi studiai genetica ed embriologia e mi apparve fulmineamente chiaro ciò che non sapevo: e cioè che ogni essere vivente, uomo, batterio o sedano, ha un suo unico codice a barre. Questa unicità è senza eccezioni. Ogni io è un io unico e perfetto da subito e ha un’unica occasione per vivere. A me la mia non me l’hanno negata, e io non voglio che sia negata agli altri. La Chiesa non c’entra, si può essere perfettamente atei e capirlo: un codice a barre con cromosomi umani è un uomo.”
Questa è la semplicità del reale, io vedo un grumo di cellule e so, la scienza me lo ha fatto scoprire, che da quell’embrione nascerà un bambino, uno come me, come posso negare questo? Solo negando a me stesso la realtà.
Continua Guzzanti:
“L’infinitesima piccolezza significa soltanto che ha bisogno di essere difeso perché chiunque lo può far fuori. Ma la sua umanità è perfetta: è un uomo o una donna, ama la musica, non sopporta i gamberi, ha un tic al mignolo, i capelli castani, è allergico alle graminacee. Quell’essere umano non può urlare, non può telefonare alla polizia e non può rivolgersi a un avvocato, ma non è una cavia.
Non è una catena di montaggio per pezzi di ricambio. Aver capito ciò mi ha cambiato la visione del mondo, della vita e della morte. E penso che la legge che molti vogliono abrogare sia piena di difetti ma che vada salvata facendo fallire il quorum. E che poi vada restaurata. (…)
Ciò è biologicamente falso e moralmente egoista, cioè cattivo. Infatti, l’influenza dell’ambiente non è quasi nulla, perché ognuno è se stesso da subito e non secondo come e dove verrà fatto crescere. E allora si vede anche perché questo referendum spacca la politica. La spacca non perché abbia a che vedere con la religione (semmai la religione ha complicato le cose inserendo l’anima come un software ritardato, prendendo l’idea in prestito da Aristotele) ma perché ha a che vedere con le divisioni fondamentali dell’etica, della morale e dunque anche della politica come morale, perché divide gli egoisti utilitaristi da chi difende il principio del rispetto per l’altro, quale che sia la sua statura e il suo peso. La sinistra in genere è utilitarista, ma anche la cosiddetta destra è divisa fra opportunisti e chi ci tiene a distinguere sempre il bene dal male, il vero dal falso, il bianco dal nero. Ecco, tanto dovevo a me stesso e a chi mi legge.”
Che dire? Grazie a Guzzanti. Ma vi rendete conto? Siamo arrivati al punto di dover ringraziare chi ci apre gli occhi su cose talmente evidenti che non occorre essere scienziati per capirle.
Questo dovrebbe essere il compito dei maestri, degli educatori, di chi ha il compito di crescere la gioventù, di indicare ai giovani un metodo, non un’idea da sposare, ma un metodo per guardare al reale.
Accade invece che i “maestri”, grandi e piccoli, scienziati o insegnanti, pratichino proprio l’opposto.
Davanti a un’evidenza, costruiscono un teorema, che prima cosa neghi l’evidenza e che poi edifichi una nuova visione del reale.
Quale madre avendo abortito dice: “Ho perso il mio embrione?” quella madre dirà: “Ho perso il mio bambino”.
Che mondo costruiamo se nemmeno le donne difendono più la vita e la sua fragilità?