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Siamo per l’eugenetica. Finalmente l’ha detto

Fonte:
CulturaCattolica.it

Lo avevamo sempre detto che dietro all’aborto terapeutico c’era il desiderio di eliminare “gli imperfetti” e tutti ad assicurarci che non era vero, che si trattava del desiderio di non mettere al mondo degli infelici, non si voleva soffrissero.
Noi, per nulla convinti, rieccoci a dire che dietro alla selezione dell’embrione si nasconde il desiderio della “razza pura” tutti belli, sani e con la possibilità di campare cent’anni. Tutti “selezionati” con materie di prima qualità.

Finalmente un radicale che esce allo scoperto e dice pane al pane e che non si vergogna di assomigliare a quel dittatore che molti anni fa aveva tentato con modi più “empirici” lo stesso esperimento.

Si lamenta Antonio Tombolino, radicale, in un articolo apparso il 20 maggio sul giornale telematico dei Radicali Italiani, che chi è favorevole alla selezione degli embrioni deve continuamente difendersi dall’accusa d’essere favorevole all’eugenetica.
Tombolino ha trovato anche la soluzione a questo problema, invita, infatti, tutti a liberarsi dal tabù linguistico, che offre il fianco a quelli come Giovanardi che si spingono sino a paragonare l’eugenetica alle pratiche naziste.
Liberarsi dal tabù linguistico? Certo, iniziamo a dire, che l’eugenetica è bella, è buona, che ci darà figli sani, belli, scelti come le primizie dell’ortolano. Chi saprà resistere a tale promessa?

Scrive Tombolino: “Consentire, come la scienza rende oggi possibile, attraverso un mezzo assolutamente lecito come la diagnosi preimpianto, che a nascere sia una persona sana, non affetta da una grave malattia, è eugenetica? Bene: siamo per l’eugenetica, siamo per questa eugenetica.
Siamo – liberiamo un altro pezzo di linguaggio sequestrato
- per il miglioramento della specie, perché no? O dovremmo forse militare sul fronte opposto, quello del “peggioramento” della specie? Non potremmo mai: troppo amiamo la vita, e amiamo l’uomo.

Meno male che ad amare la vita e ad amare l’uomo ci pensano i radicali, non quelli che come me fanno figli con il metodo tradizionale, che non sai mai se sarà maschio o femmina, se diventerà alto o basso, miope o calvo, se avrà voglia di studiare oppure di volare, se sarà portato alle allergie come la madre o all’acne come suo padre, figli non selezionati perché l’amore ama quell’uomo nuovo a cui hai dato una vita che non ti appartiene.

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