Attualità: Benedetto XVI, la libertà di uccidere è una tirannia
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Benedetto XVI Insediandosi nella basilica di San Giovanni in Laterano, sabato 7 maggio, ha pronunciato la sua prima omelia ribadendo “l’inviolabilità della vita umana dal concepimento”.
«La libertà di uccidere non è una vera libertà, ma una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù» è uno dei passaggi di un’omelia che non lascia spazio alle interpretazioni.
La verità è semplice, è la menzogna che ha bisogno di giri di parole.
Quanto alla dottrina, ha detto che il Papa “non deve proclamare la proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte a ogni opportunismo”.
Di questa sua “obbedienza alla Parola di Dio” Benedetto XVI ha richiamato due doveri che ritiene oggi essenziali.
Il primo dovere è che “dall’alto di questa cattedra il vescovo di Roma è tenuto costantemente a ripetere: ‘Dominus Jesus’, Gesù è il Signore”, a fronte dei “cosiddetti dèi nel cielo e sulla terra”.
Il secondo dovere è di predicare “in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale”, a fronte di “tutti i tentativi apparentemente benevoli verso l’uomo” e alle “errate interpretazioni della libertà”.