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Attualità: Zapatero come Attila

Fonte:
CulturaCattolica.it

Il padrone del mondo, di Robert Hugh Benson, è un libro scritto nel 1907, quando lo lessi la prima volta, erano passati settant’anni dalla sua prima pubblicazione, e a me adolescente pareva ancora un libro di fantascienza.
Si descrive una società che vuole eliminare ogni differenza in nome dell’“umanitarismo”, dove il potere combatte ed emargina tutto ciò che è diverso.
Se pur fragile, l’unica depositaria della verità e della speranza resta la Chiesa.

Chi me lo aveva consigliato sosteneva che si trattava di un libro che raccontava il futuro, quello verso cui eravamo avviati.
Il mio scetticismo adolescenziale, mi faceva guardare a questo adulto come a qualcuno che “esagerava”. Ora, nel 2005, la Spagna sta a testimoniare che Benson aveva visto lontano e lontano aveva visto, quel maestro che mi indicava la via.

Infatti, la Spagna sta aprendo la strada all’annientamento di tutta la società europea.
Dopo Olanda e Belgio che per prime hanno aperto la strada ai matrimoni gay, ora Zapatero sta galoppando verso l’annullamento di quelle che sono le radici e la storia.
Pare Attila, si avventa sul tessuto sociale, culturale del proprio paese radendolo al suolo, incurante di tutto.

Matrimonio per gli omosessuali, possibilità per gli omosessuali di adottare bambini, sperimentazione sugli embrioni, divorzio-flash: secondo un progetto di legge già approvato dal governo, lo scioglimento del matrimonio potrà essere richiesto già tre mesi dopo le nozze. Non ci sarà il periodo di separazione e il procedimento legale durerà dai 10 ai 30 giorni.

Via anche i crocifissi dalle aule scolastiche e da tutti i luoghi pubblici.

Diritto all’eutanasia per i malati terminali, in agenda anche la discussione sull’aborto.
Lo chiamano processo di laicizzazione, io credo che si tratti di un processo d’autodistruzione dell’uomo, ad iniziare dalla sua coscienza, la legge impone un nichilismo che toglie ogni speranza al cuore dell’uomo.

Non ci resta che sperare che Benson avesse ragione e che una Chiesa, pur fragile rimanga a dare speranza al cuore dell’uomo.
In fondo anche al passaggio di Attila ci furono vescovi che riuscirono a farlo desistere dal distruggere alcune città (Troyes venne salvata dal suo vescovo S. Lupo).

Faceva dire Dostoevskij ad Ivan Karamazov nel suo maggior romanzo: “Se Dio non c’è tutto è permesso”, frase profetica, infatti, stava per iniziare il XX secolo, che vedrà consumarsi i più terrificanti genocidi della storia umana, genocidi perpetrati in nome d’ideologie atee o comunque concepite per sradicare dalla terra la memoria del Dio della tradizione giudaico-cristiana. Un annientamento già iniziato con la rivoluzione francese e che pare non essersi saziato.

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