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Staminali: la battaglia della disinformazione

Fonte:
CulturaCattolica.it

Il 30 aprile 2005 l’agenzia ANSA diffonde questa notizia: (ANSA) - LONDRA, 30 APR - Una tecnica chirurgica d’avanguardia, che utilizza l’impianto di cellule staminali sull’occhio, ha ridato la vista a diversi pazienti. Un’equipe di specialisti britannici ha rimesso a posto le cornee di diversi pazienti impiantando su questa parte cruciale dell’occhio le staminali fatte crescere in laboratorio: in sette casi, la vista e’ tornata a persone rimaste cieche dopo che la loro cornea era stata danneggiata gravemente.

In molti riprendono la notizia e in molti la utilizzano per far passare una menzogna.
Le cellule staminali curano, ma la Legge 40 ferma la ricerca.

E’ il contrario. Dov’è l’imbroglio?

Si tratta di una parola, ometterla o scriverla fa la differenza.

Le cellule staminali di cui parla l’ANSA sono cellule staminali adulte, create in laboratorio, sono le cellule su cui si fa ricerca da 30 anni, le cellule che danno risultati.
La Legge 40 non impedisce la ricerca, non impedisce che si migliori e si ottengano nuovi successi.

Le cellule staminali che NON danno risultati, su cui tutti vogliono poter mettere le mani (sarà una questione di brevetti? Chissà?) sono le cellule staminali embrionali, quelle che non stanno dando risultati, anzi, essendo totipotenti comportano un altissimo rischio di sviluppare tumori.

In un’intervista ad Augusto Pessina il cui testo integrale è visibile su www.impegnoreferendum.it si legge:

Ma se manipolate, (le cellule embrionali ndr) possono curare?
«Le ricerche in questo campo sono iniziate circa 20 anni fa ma nessuno, finora, è stato curato con queste cellule. Le mettono in vitro per avere cellule da iniettare nella speranza di riabilitare organi e tessuti ma non si è avuto alcun risultato. Quindi è gravemente scorretto far intendere che se non si fa così si lasciano morire milioni di persone che invece, usando gli embrioni, potrebbero aspirare a una vita lunga e felice. Viceversa, ci sono decine e decine di persone che vengono curate normalmente con le cellule staminali adulte. (…)
E pensare che alla clinica degli occhi di Venezia, prendendo pochissime cellule rimaste vive in un occhio colpito da acido, sono riusciti in 10/12 giorni a ricostruire tutta la cornea che poi è stata trapiantata. Ci sono persone cieche che, dopo 60 giorni, vedono 10 decimi. Pare che l’occhio contenga addirittura 10 mila cellule staminali della retina (dati pubblicati nel 2004 su «Proceeding of the National Academy of Sciences of the United States»). Certo, continuando a studiare si può sperare di curare le tantissime malattie degenerative della retina. Ma oggi è già possibile curare quelle che non hanno origine nervosa – come quelle delle ossa. In Italia sono già 5 i centri che lo fanno: utilizzando le staminali rigenerano le ossa delle vittime di terribili incidenti o di malati di tumore. All’Ospedale Niguarda di Milano, nel Centro grandi ustionati, prendendo piccolissimi brandelli dove la pelle è rimasta viva si è riusciti in 15 giorni a fare pezzi di dieci centimetri quadri che pian piano ricoprono il paziente, e questo grazie alle staminali. Ed è dal 1980 che si fanno trapianti di midollo osseo per le leucemie. Con cosa? Staminali. In campo sperimentale, in Brasile si stanno trattando 600 pazienti cardiopatici con iniezioni di cellule staminali adulte tratte dal midollo. In Portogallo stanno studiando il modo di prelevare dal lobo olfattivo del cervello (la parte anteriore, ricchissima di staminali nervose) le cellule per curare le paralisi che colpiscono sia gli arti inferiori che quelli superiori, cioè le tetraplegie».

Insomma, le staminali adulte stanno dando grandi risultati. Le embrionali no.
«Quindi qualcuno potrebbe dire: dateci la possibilità di studiarle e vedremo. Ma se vogliamo davvero accelerare i tempi – perché il nostro fine è quello di curare – dobbiamo puntare sulle staminali adulte, che funzionano. In più c’è il problema, innegabile, che le cellule embrionali sono difficilmente manovrabili, proprio perché totipotenti, e il rischio tumorale in questo tipo di cellule è altissimo. Quindi anche se fosse una strada percorribile è talmente lunga e irta di rischi che mi sembra logico per chiunque evitarla».

Mi pare evidente che c’è un interesse di cui molti, in buona o cattiva fede si fanno paladini, ed è l’interesse a disinformare, parlate pure purché non vi facciate capire, la gente che pare spaventata per le manipolazioni genetiche sugli alimenti, pare non spaventarsi più di tanto sulle manipolazioni genetiche sugli esseri umani.
Tu chiamala se vuoi disinformazione?

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