Ossezia, la strage degli innocenti
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Erano bambini al primo giorno di scuola, immagino la loro allegria, la trepidazione, l'entusiasmo con il quale stavano andando incontro a quello che sarebbe diventato il giorno del terrore e della morte.
Siamo in guerra, se non ce ne fossimo ancora accorti siamo in guerra.
Una guerra spietata e sanguinaria, dove delle donne non esitano ad uccidere dei bambini che scappano.
Il bollettino di guerra è aggiornato quotidianamente: la scuola di Ossezia, dodici nepalesi massacrati in Iraq, sedici morti in Israele saltati in aria coi loro assassini, due kamikaze palestinesi, rappresaglie, minacce, siamo in guerra e rischiamo di chiudere gli occhi, per non vedere e non sentire sino a quando la morte ci passerà accanto. Sarà la metropolitana di Milano? La stazione di Roma? Una funzione religiosa in un paese dell'entroterra di qualche bella regione italiana?
Chi alimenta questo terrorismo che appare insopprimibile?
Chi sta dietro le mosse dei terroristi?
Non si tratta di disperati, né tanto meno di "resistenti", non c'è giustificazione per chi non ha pietà nemmeno per gli occhi spaventati di un bambino.
Non c'è giustificazione per queste efferatezze.
Dietro a questo terrore c'è un disegno di conquista dell'Occidente che deve essere fatta a qualunque costo.
Sia chiaro, i mussulmani potrebbero conquistare l'Europa solamente pazientando e utilizzando le nostre leggi, la grande possibilità offerta dalla nostra democrazia.
I mussulmani mettono al mondo molti figli, divengono la maggioranza, conquistano il diritto di voto e il gioco è fatto.
Probabilmente hanno fretta di poter imporre a questo Occidente "corrotto e insano" le loro leggi, e sino ad ora hanno trovato terreno fertile, le porte spalancate, "prego s'accomodi, la infastidisce il crocifisso? Desidera sia bandita la carne di maiale dalla mensa? Per mandare i figlioli a scuola desidera una classe di soli islamici? Vuole costruire una moschea? Prego, basta chiedere."
Provate ad andare a costruire una chiesa in un paese mussulmano, provate a chiedere una scuola per soli cattolici, provate a chiedere…
Ma noi siamo un popolo accogliente, che ha emigrato e sofferto, che pur di non avere grane abdica alle proprie leggi e alle proprie tradizioni.
Non funziona, chi non è orgoglioso delle proprie tradizioni, non ha il rispetto nemmeno dei mussulmani.
Cominciamo a cambiare atteggiamento, a riflettere sulle scelte che facciamo, perché potrebbe accadere di non avere più la possibilità di scegliere.