Liberate le ragazze italiane e i loro collaboratori
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Hanno rilasciato Simona Pari e Simona Torretta e i loro collaboratori iracheni.
Racconta il commissario della CRI Scelli a Il Corriere della sera che "Arrivato al luogo designato, ha trovato già sul posto un operatore televisivo dell'emittente Al Jazira che, con una piccola telecamera ha ripreso la consegna e un quarto d'ora dopo il filmato era già in onda. Il commissario della Cri ha anche raccontato che le modalità adottate per il rilascio sono state analoghe a quelle per la liberazione dei tre body guard Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio. Al momento del rilascio i sequestratori hanno salutato le due ragazze, regalando loro una scatola di dolci e caramelle, ha aggiunto Scelli. La scatola di dolci, che appare anche nel video trasmesso da Al Jazira, è stata poi portata in Italia da Simona Torretta. Anche i vestiti che indossavano le due donne erano stati forniti dai sequestratori, ha riferito ancora il commissario."
Le hanno trattate bene, ne siamo felici, ma non dimentichiamo gli altri che ancora sono nelle mani dei sequestratori e quelli che sono stati giustiziati, americani, inglesi, ebrei, nepalesi, turchi e poi Baldoni, Quattrocchi, i venti morti di Nassiryah, non scordiamoci che tutti questi non erano ostaggi di serie "b", erano esseri umani e non deve avere alcuna importanza la loro posizione di fronte alla guerra, la loro vita era preziosa ed importante come quella delle due Simona.
C'è un odio "pacifista" per i cattivi occidentali e per gli invasori americani, un odio che distorce la realtà.
Non si tratta di essere favorevoli o contrari alla guerra, di essere anti o pro americani, si tratta semplicemente di guardare le cose, così come stanno.
Eppure, questa distorsione della realtà porta molti a dire che il povero Baldoni non si meritava la morte, era contrario alla guerra era lì proprio per documentare le nefandezze americane, Quattrocchi invece, era un body guard, stava in Iraq per lavoro, per soldi, se l'è cercata, come i morti di Nassyria, non importa se costruivano pozzi per l'acqua o riparavano scuole, erano al servizio del contingente Italiano.
Trovo assurda questa dicotomia, questo volere a tutti i costi che i "cattivi" siano sempre gli stessi e gli altri "siano sempre buoni, qualsiasi cosa accada".
Hanno rapito delle ragazze, ma in fondo le hanno trattate bene, hanno dato loro abiti e dolci. si sono persino fatti riprendere da Al Jazira mentre le salutavano e chiedevano loro scusa.
Ma non dimentichiamo che restano sequestratori, restano delinquenti, anche se le ragazze sembrano appoggiarne incondizionatamente la causa.
Sul sito dell'organizzazione per la quale Simona Pari e Simona Torretta lavoravano si ringrazia tra gli altri la resistenza irachena.
Se è vero che un riscatto di un milione di dollari, pari a circa 900mila euro è stato pagato, sono i sequestratori che devono ringraziare, noi dobbiamo solo preoccuparci perché quei soldi andranno ad alimentare altro odio e altri morti.
Pertanto gioiamo per la liberazione delle ragazze italiane e per la ritrovata serenità delle loro famiglie, ma non facciamone delle eroine, erano in Iraq e si sentivano protette dal fatto di essere contrarie alla guerra, di essere benvolute dalla gente, stimate per il loro lavoro con i bambini, con le donne, si sentivano protette perché rispettose delle usanze, innamorate di Bagdad ha detto qualcuno, ed hanno scordato, che per i mussulmani, buoni o cattivi siamo tutti infedeli, per il semplice fatto di non essere mussulmani, o per il semplice fatto di essere mussulmani, ma di collaborare con chi non lo è.
Come le centinaia di civili in fila per entrare a far parte a far parte dei corpi di sicurezza nazionale, fatti saltare per aria da chi non desidera che si tenti una normalizzazione.
Come quei camionisti Nepalesi, giustiziati senza pietà, il loro paese non ha nulla a che fare con la guerra, non fa parte della coalizione, ma questo non ha salvato quei ragazzi che per guadagnarsi il pane attraversavano l'Iraq con i loro camion.