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Legge sulla fecondazione in vitro, legge "cattolica"?

Fonte:
CulturaCattolica.it ©



Finalmente è passata. La legge che regolamenta le pratiche in merito alla fecondazione in vitro è stata approvata dal Senato. Ed è già polemica; tutti i giornali parlano di cattolici soddisfatti e di laici insoddisfatti; c'è già chi sta preparando un referendum per far abrogare la legge appena nata… (d'altronde siamo abituati a chi pensa di uccidere chi non è ancora nato, se non gli va a genio, chiedendo il consenso della legge…)
E' necessario a questo punto fare un po' di chiarezza.
Innanzitutto i cattolici "dovrebbero" sapere e continuare a sostenere che la fecondazione in vitro non è etica e non è approvata dalla Chiesa per diverse ragioni: il disegno di Dio sulla creazione di ogni uomo è legato ad un atto il cui significato non può essere sconvolto riducendo l'uomo a "prodotto" della scienza e della tecnica; il diritto alla maternità non vuol dire immediatamente diritto a un figlio ad ogni costo; persistono i problemi degli embrioni soprannumerari, del rischio di decidere di fare figli solo sani, forse anche belli, magari intelligenti al punto tale da fare da grandi un lavoro che porti tanti soldi; l'uomo che si trova in provetta è esposto ad ogni tipo di manipolazione …insomma i problemi etici legati alla fecondazione in vitro sono tanti e sono già stati discussi precedentemente (vedi anche altri articoli nel sito).
Il punto della legge a mio parere è il principio del male minore… visto che ormai nella nostra società sembra che la fecondazione in vitro abbia assunto una importanza notevole per la vita dei cittadini (a proposito… non tutto delle procedure è mutuabile, molto è a pagamento…; inoltre sia chiaro che le cose qui dette non vogliono assolutamente avere l'intenzione di essere un giudizio sulle scelte del singolo), è stato importante salvaguardare alcuni punti fermi oltre i quali una società civile non si può più dire tale. Questi punti sono l'inviolabile dignità dell'embrione uomo, in quanto essere umano con pari diritti di ogni uomo nato, l'invidiabile diritto alla famiglia, alla genitorialità, tutelata anche giuridicamente. Una volta deciso di farlo esistere con metodi artificiali, con tanta fatica e con tanto impiego di risorse intellettuali ed economiche, almeno gli si garantisca il diritto alla vita, alla famiglia, alla identità.
In pratica questa legge, secondo molti pone solo limiti, in realtà pone dei giusti "paletti" per poter vivere in modo umano…
Che cosa prevede la legge? Legittima solo la fecondazione omologa (sperma e ovulo presi solo dalla coppia, senza terzi donatori di seme, ovulo o utero), all'interno di una coppia coniugata o convivente, adulta di età maggiore di 18 anni, in età fertile (quindi non è lecita per le coppie gay, i single, le nonne-mamma); rende illecita la diagnosi pre-impianto per selezionare l'impianto esclusivamente di embrioni "sani", impedisce l'utilizzo di più di tre embrioni per l'impianto, impedisce il congelamento di alcun embrione (l'unico caso è il ritardo dell'impianto dovuto a malattia intercorrente della madre) e la clonazione o la sperimentazione sugli embrioni; vengono previste pene severe per chi trasgredisce.
Personalmente non mi sembra che questa legge limiti la possibilità per una coppia di persone, uomo e donna, che si vogliono bene, che desiderano un figlio seriamente e che non possono averlo per problemi di salute, di provare questa tecnica artificiale per procreare.
Certo, se mi si dicesse che limita una coppia gay nell'avere un proprio figlio, mi sembra che non sia la legge a porre questa limitazione, ma la natura stessa del loro rapporto: per fare un figlio c'è bisogno comunque di un organo maschile e di uno femminile, e in una coppia gay o in un single uno dei due organi manca… il prenderlo in prestito fa cadere la natura stessa del desiderio di avere un figlio "proprio", perché alla fine di "chi" sarebbe?
La questione comunque posta nella legge è quella più profonda: chi è l'embrione? E quindi ribaltiamo la domanda ad ognuno: chi è l'uomo? In che cosa consiste la sua dignità? E' nel valore dell'uomo in quanto uomo, è la semplice nuda e pura esistenza indipendentemente da qualsiasi altra qualità a rendere l'uomo meritevole d'onore e di rispetto come soggetto e non come oggetto… ma è vero anche nel nostro quotidiano, nei confronti di ogni essere umano che incontriamo?
Prima di giudicare la limitatezza o meno di questa legge, soffermiamoci sulla domanda profonda e decisiva che pone ad ognuno...

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