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Olanda, autorizzata eutanasia anche per i bambini under 12

Fonte:
CulturaCattolica.it ©



Il parlamento olandese è stato il primo al mondo ad approvare la legalizzazione vera e propria dell'eutanasia. La legge attualmente in vigore è stata promulgata nell'aprile del 2002, l'eutanasia era già depenalizzata dal 1994 ed era applicabile a tutti i malati incurabili a partire dai 12 anni di età, con l'obbligo dell'autorizzazione dei genitori fino ai 16 anni.
Da quest'anno, anche ai bambini inferiori ai dodici anni e affetti da mali incurabili si potrà applicare l'eutanasia.
La giustizia olandese, prima in Europa ha autorizzato una clinica universitaria del Paese a tale pratica, nel rispetto di "un severissimo protocollo".

Sento un certo disagio nello scrivere di questo argomento, perché la verità è brutale.

L'Olanda ha aperto la strada alla possibilità di autorizzare l'eutanasia anche per i bambini, inclusi i neonati.
Quindi potranno essere uccisi quei bambini malati incurabili, leggendo i vari giornali che riportavano la notizia, mi sono imbattuta in modi differenti di raccontare la realtà.
Si parlava infatti di: "dolce morte" oppure di "interruzione della vita".

Si tratta di uccidere dei bambini che stanno soffrendo.

Chiarito questo, fermiamoci e riflettiamo su quanto accaduto in Olanda, perché siamo tutti consapevoli che si tratta di una via aperta che presto percorreranno in molti.

Mi sento di condividere quanto affermato da Francesco D'Agostino, presidente del Comitato nazionale italiano di bioetica (Cnb) in un'intervista apparsa su Avvenire il 31 agosto:
"È una misura attraverso la quale si vuole giustificare la soppressione di vite, in questo caso di bambini, che rappresentano un peso, anche economico, per la società e il sistema sanitario», ha detto parlando di «pseudo-eugenetica di Stato malcelata».
Sull'eutanasia, ha aggiunto il bioeticista, «è indispensabile assumere una posizione chiara: o si difende la vita in modo rigoroso oppure, se si introducono eccezioni, i casi finiscono col moltiplicarsi fino ad arrivare a situazioni estreme». La sofferenza, ha precisato D'Agostino «va combattuta con la medicina e non con la morte». Le terapie palliative, ha concluso, «sono un diritto di ciascuno, ed è invece un paradosso uccidere un essere umano per liberarlo dal dolore".

Se non sei perfetto con l'aborto ti selezionano prima che tu possa vagire, se sei perfetto allora hai diritto a venire al mondo, ma guai a te se ti capita di ammalarti, di soffrire, di interrogare gli altri sul senso della vita, della morte e del dolore con la tua vita.
Avremo un mondo di gente giovane e sana ma senza cuore, incapace di amare perché non è stata educata a rispettare la vita, a rispettare e condividere il dolore, ad accompagnare verso la morte le persone che ama.
Non è così che si costruisce un mondo migliore, togliendoci di torno quelli che soffrono, con la scusa di evitare loro la sofferenza, la sofferenza deve essere alleviata dalla medicina e dall'amore.
Non è la loro sofferenza che vogliamo alleviare, ma la nostra, la nostra incapacità di accettare la vita e i suoi limiti.

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