Rassegna stampa, 14 gennaio 2004
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Dichiarazione di Kliment, I canali televisivi russi diffondono sentimenti di simpatia per le confessioni occidentali, blagovest-info, 19 dicembre
In un'intervista rilasciata pochi giorni prima di Natale a "Pravoslavnaja narodnaja gazeta", giornale della parrocchia di san Sergio a Samara, il vicepresidente dell'OVCS si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni piuttosto pesanti, affermando di essere preoccupato perché nei programmi pubblicati echeggiano spesso canzoncine natalizie americane tipo "Jingle bells". In questo modo, musica e immagini si stampano nella mente dei telespettatori, anche dei bambini che per ora non capiscono niente, e tra 20 anni potranno influire sulle loro scelte: "Quando verrà il momento di scegliere la Chiesa, sembrerà che il cattolicesimo sia una cosa familiare". Questo - ha sottolineato Kliment - è un modo per inculcare inavvertitamente, insieme ai film e alle trasmissioni antiamericane, "simpatia per la cultura occidentale antiortodossa". È un processo che "erode goccia a goccia la Chiesa ortodossa", inducendo in ultima analisi i giovani a sentire la cultura, la Chiesa, la fede occidentali come proprie.
Tre quarti dei russi sono a favore della censura, "Izvestija", 14 gennaio, pp. 1-2
Il 76% dei russi ritiene che nei mass media debba esserci una forma di censura. Questi i risultati realmente rivoluzionari di un'inchiesta svolta dall'agenzia "ROMIR Monitoring". I più decisi sulla necessità della censura sono coloro che vivono negli Urali e in Siberia, i meno favorevoli gli abitanti delle regioni meridionali. Un po' più tolleranti gli abitanti delle metropoli e in generale le persone di istruzione superiore. Le donne sono più favorevoli alla censura sui mass media rispetto agli uomini, e il desiderio di introdurre dei limiti cresce con l'età anagrafica degli interpellati. Ma il quadro complessivamente resta questo.
Non è l'unico paradosso: si pensi che la stragrande maggioranza della popolazione russa appoggia la pena di morte come unica punizione per determinati crimini.
Come vanno interpretati questi dati?
Il servizio stampa dell'agenzia che ha condotto l'inchiesta spiega che molti intendono la censura innanzitutto come un filtro che può salvaguardare l'informazione depurandola da violenze, volgarità, eccessive pubblicità e pornografia che attualmente inondano teleschermi e stampa. Il problema non sarebbe quindi tanto la politica, quanto il malcontento per gli eccessi che si vedono quotidianamente sui mass media.