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Venezuela: quando lo stato promette la salvezza ogni uomo è in pericolo

Fonte:
CulturaCattolica.it

Il presidente Venezuelano ha annunciato di voler portare il paese a diventare uno stato socialista, chiedendo il cambiamento della costituzione per potersi di fatto proclamare presidente a vita.
Stiamo assistendo alla nascita di una dittatura?
Il clima sociale del Venezuela è davvero terribile.
Ma al di là di un giudizio politico, che è sempre miope nel leggere la realtà, la prova della verità e della giustizia di un cambiamento politico è nella libertà che permette ad ogni uomo, ed in particolare nel rispetto dell’integralità della persona umana.
Un test di questo è nell’atteggiamento che uno stato assume verso la libertà religiosa, ed in particolare verso la libertà di educazione.
Diventa molto interessante cogliere la preoccupazione dell’episcopato Venezuelano, che non si mette in una posizione di contrapposizione per la responsabilità di guida e di paternità verso tutti i venezuelani, ma contemporaneamente richiama la propria volontà di presenza nella società.
Se la chiesa cattolica sarà libera di portare avanti la propria missione, allora per il Venezuela c’è speranza: solo un popolo vivo può contrastare un apparato che pretende di essere tutto, uno stato che vuole essere dio.
Viceversa assisteremo alla nascita di nuovi martiri, certamente seme e speranza per il futuro, ma in un presente di dolore e pianto.
Dobbiamo pregare e vivere la comunione con questi nostri fratelli chiamati ad una prova difficile e dura. Questo rende più vera l’unità della chiesa e più vigile la nostra fede.
Perché tutto il mondo è chiamato ad ore difficili e noi cristiani siamo segno dell’unica possibile salvezza.
Ecco un piccolo stralcio delle parole del Card. Mons. Ubaldo Santana, Presidente della Conferenza Episcopale del Venezuela (CEV), durante il discorso di apertura dell’ottantasettesima Assemblea Ordinaria della CEV, in una sintesi di Fides (Agenzia Fides 9/1/2007).
“Si apre un nuovo orizzonte nazionale nel quale tutti i venezuelani devono sentirsi attori e protagonisti” ha continuato Mons. Santana, citando specificamente l’annuncio del Presidente del Venezuela di spingere il paese verso il socialismo del secolo XXI. Davanti a questa situazione, “la Chiesa deve offrire una parola al riguardo, ed è disposta a dare il suo contributo al disegno di questo progetto mantenendosi fedele ai postulati del Vangelo e della Dottrina Sociale della Chiesa”, cioè “il riconoscimento della centralità della persona umana come criterio fondamentale di ogni sviluppo umano”. Il Presidente della CEV ha mostrato anche la sua preoccupazione per l’annunciata riforma costituzionale, affermando che “la Conferenza Episcopale si impegna d’ora in poi a partecipare a questo dibattito e a dare i suoi contributi attingendo dal ricco patrimonio morale della sua Dottrina Sociale”.
Un altro dei grandi problemi che colpiscono il Venezuela oggi è “la guerra che sta provocando centinaia di morti e feriti ogni settimana… vittime della violenza, dell’insicurezza, della delinquenza organizzata, dei gruppi irregolari che operano alla frontiera”. Secondo Mons. Santana “le cifre sono da brivido, ma la cosa più orrenda è che le vittime sono bambini, sono giovani”. Per risolvere questo grave problema ci vuole “maggiore e migliore educazione, più numerose e migliori famiglie, più impieghi stabili, ed anche e soprattutto un’educazione nelle virtù, nei valori e nei principi morali”.

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