Si apre dolcemente la porta all’eutanasia
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L’articolo di Benedetta Frigerio su la NBQ è terrificante (QUI), ma non inaspettato. Il titolo è significativo: “Vaticano: si apre dolcemente la porta all’eutanasia”. “Eutanasia nei paesi Bassi: bilanciare autonomia e compassione” non è il titolo di una relazione presentata dai Radicali, ma della sessione di un convegno organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita (dal 16 al 17 novembre) insieme alla World Medical Association.
Dicevo non inaspettato per un semplice ragionamento logico: se si spalancano le porte all’eresia protestante con Lutero e Melantone ai piedi della Croce, al posto di Maria Santissima e San Giovanni e, di più, si spalancano le porte all’apostasia modernista, allora il risultato pratico è certamente la morte terrena dell’innocente, ma soprattutto la morte eterna di una grande moltitudine di anime. Alcuni passaggi emblematici dell’articolo:
Ma il vero specchio dell’impostazione del convegno è la posizione bioetica descritta dal secondo relatore) della mattina, Stefano Semplici, (Commissione internazionale di bioetica dell’Unesco) sulla necessità di bilanciamento degli opposti (ad esempio pro eutanasia e contro eutanasia), per cui, secondo la logica hegeliana, fra una tesi e un’antitesi bisogna trovare una sintesi, che se per Hegel è assoluta, ma che in realtà è fallace poiché la verità non può nascere da una contraddizione. È così, infatti, che Semplici può giustificare l’equivocità della legge 194 sull’aborto come un buon compromesso e la sentenza del 1975 della Corte costituzionale che “riconosceva il fondamento del principio della tutela del concepito e, al tempo stesso, l’impossibilità di garantire ad esso «una prevalenza totale ed assoluta» rispetto alla volontà e agli interessi di chi è già persona e non solo lo diventerà: la madre”.
È la coincidentia oppositorum della Massoneria applicata alla bioetica. Il più chiaro ed esilarante, se non fosse tragico, esempio è quello espresso dalla posizione di tale Ralf Jox, dell’università di Monaco, all’apparenza pro life: chiamato ad esprimersi in merito a ”Fine vita e dibattito pubblico in una società democratica”, si legge nel suo scritto che la privazione di alimentazione e idratazione è omicidio. Molto bene, direbbe chiunque, e sbaglierebbe di molto. Leggete un po’:
Peccato che Jox, in nome della difesa della vita, nel 2014 presentò insieme ad altri colleghi una proposta di legge per la legalizzazione del suicidio assistito in Germania, spiegando che “chiunque è serio nel proteggere la vita, deve mettere in campo regole per il suicidio assistito responsabile”.
Cioè, in nome della difesa della vita, propone regole per il suicidio assistito. Come, poi, un suicidio assistito possa essere “responsabile” è spiegabile solo attraverso la neo-lingua orwelliana il cui fine specifico non è solo quello di fornire un mezzo espressivo che sostituisce la vecchia visione del mondo e le vecchie abitudini mentali, ma di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero: si deve credere senza riserve a slogan tipo: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza. Insomma, detto in una semplice parola, si deve aderire al falso dialogo per ottenere l’unità degli opposti.
Come si fa per bypassare il Magistero perenne della Chiesa? Semplice e altrettanto tragicamente esilarante. Leggete Avvenire del 10 novembre nelle parole di Luciano Moia, gran turiferario di regime, nel suo articolo “Chiesa e omosessualità. Dopo il caso scout” (QUI):
Occorre tenere presente quello che il Papa dice, ma ancora di più quello che non dice, forse più complesso e impegnativo.
Veramente geniale! Lo schema è sempre lo stesso: prima non si ripete l’immutabile magistero, perché dicono che è implicito e non bisogna sempre stare lì a ripetere le stesse cose, poi siccome le cose non sono state ripetute allora sono superate e serve il “mitico” discernimento. Infine, il vecchio insegnamento è buttato alle ortiche:
Pareri di segno opposto e di tono diverso che esprimono comunque il desiderio di approfondire e di conoscere meglio un tema che, per la sua valenza umana e quindi pastorale, non può essere liquidato con una formula valida per tutte le occasioni e per tutte le situazioni.
Per la bioetica, così si declina il mefistofelico desiderio che “non può essere liquidato con una formula valida per tutte le occasioni e per tutte le situazioni”: porte aperte ad aborto, eutanasia, contraccezione, sodomia e chi ne ha più ne metta. Va bene tutto, TUTTO tranne la Verità…
Costoro ne risponderanno a Dio!
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Andrea Mondinelli