Preti: sposatevi!
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“Mi scusi ma non posso confessarla perché devo accompagnare mia moglie a fare la spesa”.
Incubo. Mi sveglio.
Tra il dormiveglia ho sentito il grande interesse che la stampa dedica all’ipotesi discussa dell’ordinazione sacerdotale di uomini sposati. Ho avuto i brividi.
Forse perché conosco la vita di molte famiglie e l’eroicità chiesta per vivere questa vocazione nei nostri tempi.
Poveri preti se oltre a tutto ciò che sono chiamati a fare ogni giorno, devono portare la responsabilità di moglie e figli.
Ma la notizia forse svela uno scopo diverso.
Vogliono che i preti si sposino.
Deve essere eliminata una diversità, una anomalia insopportabile: che si possa vivere totalmente per Cristo e dunque totalmente per la Chiesa.
La Chiesa deve diventare una agenzia morale, non il segno di contraddizione per il mondo che estromette Dio.
Per cui la Rinascente può decidere di non vendere i presepi per non urtare i non credenti (cioè per un gruzzolo ben maggiore dei trenta denari), ma i preti si devono sposare, così tutti stiamo tranquilli che la fede cristiana è un’opinione tra le tante.
Il segno di uomini e donne che accolgono totalmente Cristo, il Vivente, non può essere spento.
Perché è il segno che esiste l’unica Verità che compie la vita: Gesù Cristo.
E comunque… anche economicamente, quanto costerebbe alla chiesa mantenere preti con famiglie e figli annessi? La Verità è anche economica!