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«Il senso del dialogo non è la vittoria, ma camminare insieme» (?)

Autore:
Mondinelli, Andrea
Fonte:
CulturaCattolica.it

Seconda parte dell’Intervista a Cupich, neo-arcivescovo di Chicago, che parla dell’importanza della cultura dell’incontro e delle sfide che presentano la povertà, l’etnia e l’immigrazione
Papa Francesco è un grande difensore della cultura dell’incontro e rifiuta la cultura dello scontro. Lei, come vescovo, ha dimostrato di essere sulla sua stessa lunghezza d’onda. Perché crede sia così importante per la Chiesa statunitense percorrere, oggi, questa via?

«Credo che sia importante tanto dento la Chiesa quanto fuori, nella società. Dentro, perché dobbiamo essere capaci di parlare l’uno con l’altro, ascoltando e favorendo il dialogo. Il senso del dialogo non va rintracciato in chi “vincerà”, ma nel fatto di camminare insieme. È un aspetto fondamentale nella Chiesa di oggi, una comunità dove c’è tanta varietà – e Chicago è un esempio – e dove si corre il rischio di polarizzarci, ritirandosi nei nostri gruppi. Ma la Chiesa può essere un modello anche per la società, diventando testimone del dialogo, dell’incontro e dell’accompagnamento. Dobbiamo ammettere che la società è molto divisa per quanto riguarda la politica; la gente non si parla. È molto importante che tutti gli adulti si assumano la responsabilità per il bene comune. Questo significa non chiuderci nelle nostre cerchie ristrette, nei nostri piccoli gruppi, nei quali ci sentiremo auto-giustificati dalle nostre posizioni. Invece dovremmo trovare un modo per lavorare insieme per il bene comune. Dunque, io penso che sia dentro che fuori, la Chiesa deve promuovere la cultura dell’incontro e dell’impegno».

http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/cupich-chicago-37492/

C’è un po’ troppa confusione sul significato della parola dialogo. Lasciamo la parola al Beato Papa Paolo VI, che molto se ne intendeva:
“Non basta avvicinare gli altri, ammetterli alla nostra conversazione, confermare ad essi la nostra fiducia, cercare il loro bene. Bisogna inoltre adoperarsi affinché si convertano. Occorre predicare perché ritornino. Occorre recuperarli all’ordine divino che è uno solo” (discorso del 27 giugno 1968). Le parole in corsivo sono in originale nel testo dell’Osservatore Romano.
Camminare insieme non è sufficiente. Il dialogo deve essere inteso a dimostrare un vero, a promuovere in altri una persuasione e ultimamente una conversione. La superiorità infatti non del credente dialogante sopra il non credente dialogante, bensì della verità sopra tutte le persone dialoganti. È già rintracciato chi vincerà: la Verità che ci rende liberi…

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