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Ermes Ronchi e l'olio Cuore

Autore:
Andrea Mondinelli
Fonte:
CulturaCattolica.it
Chissà come si potrà ravvivare il cuore senza l’olio della fede.
Ah già, dimenticavo!, il sentimentalismo modernista della fede prodotta dal cuore umano…

Ermes Ronchi è una garanzia di stoltezza allo stato puro. Solo chi ha perso la fede soprannaturale può fare un simile svalvolato commento (QUI). Alcune chicche:

Ma qui cominciano i problemi. Tutti i protagonisti della parabola fanno brutta figura: lo sposo con il suo ritardo esagerato che mette in crisi tutte le ragazze; le cinque stolte che non hanno pensato a un po' d'olio di riserva; le sagge che si rifiutano di condividere; e quello che chiude la porta della casa in festa, cosa che è contro l'usanza, perché tutto il paese partecipava all'evento delle nozze...


Senza fede proprio non si può capire un fico secco della parabola. Infatti, “beatamente” così prosegue l’Ermes:

[…] Matteo non spiega che cosa significhi l'olio. Possiamo immaginare che abbia a che fare con la luce e col fuoco: qualcosa come una passione ardente, che ci faccia vivere accesi e luminosi. Qualcosa però che non può essere né prestato, né diviso. Illuminante a questo proposito è una espressione di Gesù: «risplenda la vostra luce davanti agli uomini e vedano le vostre opere buone» (Mt 5,16). Forse l'olio che dà luce sono le opere buone, quelle che comunicano vita agli altri. Perché o noi portiamo calore e luce a qualcuno, o non siamo.


Neanche gli passa per l’anticamera del cervello, che l’olio rappresenti la fede che va alimentata, affinché non si spenga. Così conclude:

A me basterà avere un cuore che ascolta e ravvivarlo, come fosse una lampada, e uscire incontro a chi mi porta un abbraccio.


E chissà come si potrà ravvivare il cuore senza l’olio della fede.
Ah già, dimenticavo!, il sentimentalismo modernista della fede prodotta dal cuore umano…

Andrea Mondinelli

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