Condividi:

Legge 626 sì e 194 no. Perché?

Autore:
Cavallari, Fabio
Fonte:
Tempi - num. 50 del 08/12/2005
La 194 per la nostra sinistra è diventata un feticcio che neppure Lenin avrebbe potuto descrivere meglio nel famoso "feticismo delle merci"

“Fatti salvi i princìpi fondanti della legge e rispettando le volontà dei promotori, è giunto il momento di fare il punto reale della situazione. È necessario verificare se l’attuazione della medesima è ancora conforme al dettato iniziale e se nella sua applicazione, in questi anni, tutte le variabili sono state ottemperate. Quando il tema in questione è la vita, cautela e prevenzione non sono mai sufficienti. Ovviamente, stiamo parlando delle Legge 626 sulla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro”. Bene, se qualsiasi di noi si recasse indistintamente in una riunione, nazionale o riferita al microcosmo di una realtà locale, promossa dalla sinistra (tutta) e pronunciasse il discorso sopra menzionato riceverebbe applausi scroscianti e copiose strette di mano. Se allo stesso discorso modificassimo l’ultima frase, sottolineando “ovviamente stiamo parlando delle Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza”, il risultato che otterremmo sarebbe l’esatto opposto. Diventeremmo subito oscurantisti e medioevali, che vogliono ritornare alla vecchia società patriarcale dove l’autodeterminazione della donna è schiacciata sotto il peso dell’ottuso maschilismo. La 194 per la nostra sinistra è diventata un feticcio che neppure Lenin avrebbe potuto descrivere meglio nel famoso “feticismo delle merci”. Pensare di verificarne l’attuazione, valutandone il rispetto è praticamente impossibile. Paradossalmente, coloro i quali sostengono il “dubbio” come metodo (anche con accezioni positive) per comprendere la realtà e superarne gli ostacoli, al cospetto di codesta legge diventano assolutisti. Esiste un integralismo quasi parossistico, una devozione pia e genuflettente al cospetto di un totem che è appunto la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Valutare se i consultori adempiono a quanto la 194 si prefiggeva, cioè contribuire a far superare le cause che conducono una donna all’aborto, non è integralismo, ma semplice rispetto della legge. Se richiedessimo un’indagine conoscitiva sull’applicazione della legge sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, nessun esponente della sinistra si accontenterebbe dei dati annuali relativi agli infortuni ma pretenderebbe una valutazione approfondita, regione per regione, provincia per provincia, azienda per azienda. Il ragionamento sarebbe ineccepibile ma, perché allora in questo caso è necessario accontentarsi delle statistiche relative alle interruzioni di gravidanza annuali e non è possibile verificare il funzionamento dei consultori, regione per regione, provincia per provincia, consultorio per consultorio? Dove risiede lo scandalo in questa richiesta? Una legge non applicata o applicata male è lettera morta. Oggi chi difende la 194 sono coloro che chiedono una verifica sull’attuazione e non quelli che assumono la stessa come un dogma.

Articoli Correlati
Vai a "Perle"