L’omosessualità spiegata ai contadini
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Poniamo il possesso di una vanga. Con essa si può piantare un paletto, difendersi da un’aggressione, lanciarla come fosse un giavellotto, ma da tutto questo - le varianti d’uso che derivano dalla possibilità d’interpretare creativamente la funzione - non si dedurrà mai che la funzione della vanga non sia quella di vangare. La vanga, infatti, ha una sola funzione: una sola cosa è la vanga ovunque ci sia una vanga. Ciò non toglie che esistano esperienze difformi e creative della vanga stessa, ma esse sono contingenti, relative alla particolare necessità di qualcuno d’intendere diversamente la vanga. Tali esperienze sono tutte legittime, perché hanno a che fare con la vanga (diciamo che la vanga si presta all’uso), ma non sono affatto la funzione per cui la vanga è una vanga.
Affinché una di queste interpretazioni creative possa cancellare la funzione occorrerebbe mettere in discussione lo statuto della vanga in ordine a quell’interpretazione, far sì, cioè, che ovunque ci sia una vanga essa sia quell’interpretazione in senso funzionale, cioè al di sopra di tutte le altre possibili.
D’altro canto potrebbe anche accadere che la funzione della vanga si smarrisca, che non sia più riconoscibile come tale, ma affinché ciò si produca è necessario che la vanga torni a essere una cosa qualsiasi, che cessi cioè di essere riconoscibile come vanga divenendo indeterminata.
Ora, mi pare evidente che nessuna delle due condizioni si è prodotta rispetto alla sessualità.
A monte c’è la funzione riproduttiva, il fatto biologico. La sessualità è la modalità funzionale della funzione procreativa: serve ad assicurare la sopravvivenza della specie mediante l’incontro fra patrimoni genetici maschili e femminili. Tuttavia essa è anche genitalità, che è, appunto, la modalità funzionale della funzione sessuale. Anche la genitalità ha a sua volta una modalità funzionale: il piacere.
Il piacere è quindi il modo in cui, a prescindere da tutte le legittime interpretazioni, la genitalità è ovunque se stessa; la genitalità è, a sua volta, il modo in cui la sessualità è ovunque tale; la sessualità, infine, è il modo in cui la procreazione è ovunque ciò che è.
La procreazione è dunque la funzione biologica oggettiva e riconoscibile di questo processo.
La modalità della funzione procreativa è la funzione stessa e tuttavia ciò non comporta un rigore meccanicistico visto che le varie modalità funzionali consentono d’interpretare il processo in senso libero e creativo, fungendo anche da limite alla funzione e comportandone l’ecologia e la responsabilità.
Quando però una modalità funzionale cancella del tutto la funzione (ritornando a noi: la vanga viene usata in quella singola fattoria solo per cacciare le faine, senza smettere però di essere ciò per cui una vanga è ovunque tale), il processo risulta interrotto, perde la sua armonia, disconosce la funzione e diviene strutturalmente antifunzionale.
Ecco perché per l’omosessualità si può parlare di blocco, di pura genitalità, di autoerotismo. E da un punto di vista clinico un’incapacità strutturale - psichica o fisica - rispetto a un’oggettiva funzione biologica ha un rilievo patologico più che certo.