I laici di piazza San Giovanni ringraziano
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Chi tiene alla famiglia non sfila al Family Day - sosteneva ieri su La Stampa Chiara Saraceno.
Rispondeva così a Lucia Annunziata: “Non andare al Family day, contrariamente a quanto sembrano pensare Lucia Annunziata e altri, non significa non sostenere il valore dei rapporti familiari, e neppure sostenere le ragioni degli omosessuali e transessuali in opposizione a quelle della famiglia. Non si può dialogare con chi delegittima a priori ogni posizione diversa e spesso manca di rispetto per le vite e le scelte altrui, specie quando non sono ipocrite, ma alla luce del sole. Attaccarsi al carro del Family day per legittimarsi come difensori della famiglia non solo non porterà alcun beneficio politico al centro-sinistra, ma rafforzerà nell’immaginario collettivo quella contrapposizione tra diritti individuali e difesa della famiglia, e anche tra orientamento sessuale e comportamento etico, che invece occorrerebbe correggere.”
Denunciando tra le altre cose “una cultura laica poco radicata e di una politica sottomessa e impaurita, la Chiesa è infatti riuscita a creare nell’immaginario collettivo un corto circuito politicamente e simbolicamente dirompente tra l’assenza di politiche significative di sostegno alle responsabilità familiari e il riconoscimento di alcuni diritti civili e di libertà”.
La colpa è sempre della Chiesa che ha a che fare con masse di persone in “corto circuito”, persone che secondo la nostra giornalista, non vogliono dialogare “Certo, sarebbe bello sviluppare un discorso pacato e ragionevole su tutto ciò, quando si parla di famiglia e anche quando si parla di riforma delle pensioni o di ammortizzatori sociali. Perché è lì che si gioca in larga misura la partita delle risorse da destinare a chi vuole «fare famiglia», che significa assumersi responsabilità durature verso altri. Ma non è questo che interessa agli organizzatori del Family day, non è questo il dialogo che vogliono.”
Certo, il milione e mezzo in piazza San Giovanni non sanno dialogare, vogliono la contrapposizione.
I quattro gatti che invece a Piazza Navona hanno fatto da attrazione per i turisti, quelli sì che sanno dialogare, infatti i loro cartelli dicevano:
“stuprata, vilipesa, e poi... ammazzata però... sposata!”
“Di qua l’Italia dei principi laici, universali, rispettosa dei diritti civili di tutti; di là un gregge portato a pascolare da pastori inferociti sconfitti dalla storia”.
‘‘No alla sharia del Vaticano’’.
Questo è il dialogo che chi ha il “coraggio laico” questo è il rispetto delle scelte altrui di cui sanno tanto parlare.
I laici che erano presenti a piazza San Giovanni, cortesemente ringraziano.