Embrioni di gabbiano
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Quando circa un anno fa osai sul mio blog smascherare l'ipocrisia di certi animalisti, così attenti e solleciti quando si tratta di proteggere gli animaletti e così sostanzialmente indifferenti nei confronti dell'uomo, fummo bombardati di commenti. Fu un'aggressione via Internet: avevamo toccato una casta irriducibile e agguerrita. Certo, io ci ero andato giù duro: mi sembrava che l'esaltazione esagerata dell'animaletto (al quale vanno tutte le attenzioni e vanno risparmiati tutti i possibili dolori) e, nel contempo, la tranquilla accettazione dell'urlo muto che un povero "feto" lancia nel ventre materno nel momento (dolorosissimo) in cui viene frantumato dal forcipe, assomigliasse all'atteggiamento di un Hitler che si curava più dei suoi cani lupi che non degli ebrei nei campi di concentramento.
Sono cose che non si possono dire, non sono politicamente corrette.
Ma se ci si ragiona sopra a mente fredda, non è che siano tanto peregrine.
Ne volete la riprova? Viene da Trieste, dove, stando a quanto si poteva leggere giorni fa sul Corriere della Sera, l'aumento preoccupante dei gabbiani ha spinto l'ENPA (Ente nazionale per la protezione degli animali) e Neuroscienze a mettere a punto un progetto per sterilizzarne duecento all'anno.
Sentite la dichiarazione dell'assessore comunale agli affari generali e del presidente dell'Enpa: "E' un'iniziativa di grande utilità; il tutto senza andare a forare le uova, operazione discutibile perché si uccide un embrione, con i genitori che continuano a covare senza sapere che dall'uovo non nascerà nulla".
Sigh! E' una scena triste e commovente, che ci fa nascere sul ciglio una lacrimuccia degna dell'episodio della Vergine Cuccia di pariniana memoria.
Ma li vedete quei poveri gabbianotti, in attesa dell'erede, che covano, covano, e non sanno che dall'uovo non scapperà fuori il tanto atteso cuccioletto? Ma dico, non vi fanno pena? Sì che fanno pena! E allora noi, pietosi amici degli animaletti, gli risparmieremo questa umiliazione, questa sofferta e inutile covata: non andremo ad uccidere l'embrione di gabbiano, lo rispetteremo!
Tanta sensibilità nei confronti di un embrione di gabbiano, da certe parti (magari dalle stesse parti) non l'abbiamo riscontrata nei confronti di un embrione umano.
Questo lo si può (anzi, lo si deve) tranquillamente sopprimere, manipolare, congelare.
E poi, pensateci bene: un embrione di gabbiano è già un gabbianotto; in questo caso nessuno mette in dubbio la logica catena embrione di gabbiano-gabbiano. Cosa che invece è stata fatta con l'embrione umano, del quale si è messa perfino in dubbio l'identità.
Ma non sentite anche voi che c'è qualcosa che non funziona, che non quadra in tutto ciò?
Commentando la notizia Eugenia Roccella chiosava: "Temo che andando avanti così finiremo come in Lilo & Stitch, un film Disney in cui si racconta come gli alieni decidano di salvare gli esseri umani perché, nella catena alimentare, sono cibo ghiotto per le zanzare. E le zanzare devono essere protette perché a rischio di estinzione".