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Educazione: il problema sono gli adulti

Fonte:
CulturaCattolica.it

Scriveva sul suo blog la mia amica Maria Acqua a proposito delle motivazioni che la portavano al ”family day”: ”Domani si va al family day. Perché? Perché ho avuto un padre, che si chiamava Marco, che mi ha insegnato a stare al mondo. E ho una mamma, che si chiama Aida, che a questo mondo mi ci ha messo. E una sorella, Mira, che ha 19 anni e la passione per il teatro. E ho un fratello, Saverio, che suona la chitarra, adora i gatti e ancora non sa bene se tifare l’Inter o il Milan. E poi ci sono i fratelli del papà e la sorella della mamma, con i loro mariti e le loro mogli, con i figli- che sono poi i miei 11 cugini. Ci sono i nonni, tre in cielo e uno che abita a Grumello Cremonese, ha 86 anni e guida ancora il trattore.
Perché la mia storia è fatta di legami, di volti, di carne e sangue.
Perché si parte da qui per costruire tutto.”


Ecco, la questione mi pare proprio centrata ”si parte da qui per costruire tutto”, qual è allora il problema?
E’ il punto di partenza.
Non sono i ragazzi che a scuola fanno i bulli, né le adolescenti che a dodici anni fanno le cubiste in discoteca, né i giovani che non sanno che fare se non girare la domenica per centri commerciali, o stare sul muretto a bere birra e tirare tardi.
Il problema sono gli adulti.
Sono i padri che trasmettono con le loro scelte e la loro vita i loro ”valori”
Sono le madri, che trasmettono alle loro figlie il loro modo di essere ”donna”
Smettiamola di lamentarci dei giovani e guardiamo cosa abbiamo insegnato loro, da dove li abbiamo fatti partire.
Perché sul nulla, sull’effimero, sul nichilismo, sul dubbio, sul disimpegno, non si costruisce nulla.

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